Il riscaldamento globale accelera la formazione di nubi molto alte nell'atmosfera, responsabili di tempeste, piogge violente e grandinate. Il fenomeno viene dimostrato per la prima volta da uno studio della Nasa
Il riscaldamento globale accelera la formazione di nubi molto alte nell'atmosfera, ritenute le prime responsabili di tempeste, piogge violente e grandinate. I modelli climatici avevano sospettato da decenni questo collegamento, ma soltanto adesso arrivano i dati che lo dimostrano e lo misurano. Il fenomeno viene infatti dimostrato per la prima volta sulla base dello studio condotto dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, sulla base dei dati raccolti negli ultimi cinque anni dal satellite americano per l'osservazione della Terra, Aqua, lanciato nel 2002.
I risultati, presentati nel convegno dell'Unione Geofisica Americana in corso negli Stati Uniti, a San Francisco, sono pubblicati nella rivista Geophysical Research Letters. Mostrano che la formazione di nubi molto alte in corrispondenza dei Tropici, ritenute le maggiori responsabili di piogge torrenziali e delle tempeste più violente, è in aumento costante a causa del riscaldamento globale. I risultati dello studio sono coerenti con quelli di un altro studio della Nasa condotto da Frank Wentz nel 2005, che mostrava un aumento nelle precipitazioni globali pari all'1,5% per decade su un periodo di 18 anni, circa cinque volte maggiore al valore stimato dai modelli climatici utilizzati nel rapporto 2007 dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc).
Il responsabile della nuova ricerca del Jpl, Hartmut Aumann, calcola che ad ogni grado di aumento della temperatura superficiale degli oceani corrisponde un aumento del 45% della formazione delle nubi associate a tempeste violente. I dati sui quali si basa questa conclusione si basano sulle rilevazioni di uno degli strumenti a bordo del satellite Aqua, l'Airs (Atmospheric Infrared Sounder), che ogni giorno ha raccolto misure relative a circa 6.000 nubi tropicali. Aumann ha scoperto così una forte correlazione tra la frequenza di queste nubi e le variazioni stagionali nella temperatura media della superficie degli oceani tropicali.
L'esperto calcola che al tasso attuale del riscaldamento globale, pari a 0,13 gradi ogni dieci anni, la frequenza delle tempeste potrebbe aumentare del 6% nello stesso arco di tempo. "Nubi e pioggia sono state finora l'anello più debole nelle previsioni climatiche", osserva Aumann. "Secondo le nostre osservazioni - aggiunge - le nubi alte, che si trovano a 20 chilometri di quota, presentano le più grandi difficoltà per gli attuali modelli climatici".
fonte: lanuovaecologia.it
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