Raggiunto l'accordo sulla nuova legislazione comunitaria sui pesticidi, che prevede la messa all'indice dal 2009 al 2018 di 22 sostanze, che non saranno più riammesse dopo la scadenza dell'autorizzazione. Soddisfatta Legambiente: «Ora mettere in cantiere altri interventi»
Europarlamento, Commissione europea e Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo, ieri sera a Strasburgo, sulla nuova legislazione comunitaria sui pesticidi, che prevede la messa all'indice nei prossimi anni (dal 2009 al 2018) di 22 sostanze finora autorizzate: le prime 14 saranno vietate perché sicuramente nocive per la salute umana e per l'ambiente; potranno (ma non dovranno) essere proibite anche le altre otto, per cui le prove di effetti diretti sulla salute non sono ancora definitive. Non ci sarà una messa al bando immediata, ma le sostanze sotto accusa non saranno più riammesse dopo la scadenza dell'autorizzazione attuale.
Per la prima volta, grazie a un nuovo metodi di valutazione dei rischi messo a punto dall'Agenzia chimica svedese, diversi perturbatori endocrini non saranno più autorizzati. La legislazione sui pesticidi, che sarà approvata ufficialmente dalla plenaria a gennaio, contiene un regolamento (applicabile direttamente negli Stati membri) sul regime di autorizzazione, e una direttiva (da recepire con leggi nazionali) sull'uso sostenibile e la riduzione progressiva dell'utilizza dei pesticidi.
"È una buona notizia – ha commentato Francesco Ferrante, responsabile Agricoltura di Legambiente – che fa ben sperare anche in ulteriori e necessari interventi nel settore, come quello per la regolamentazione del multiresiduo nell’ortofrutta (effetti sinergici della presenza contemporanea di più sostanze chimiche, ognuna in concentrazioni ammesse, su un unico prodotto), e la ridefinizione delle procedure autorizzative delle nuove sostanze”.
Anche i recenti casi di moria delle api, diffusi in diversi continenti e le più recenti scoperte sulla tossicità di alcune molecole hanno evidenziato infatti la sostanziale inadeguatezza delle norme che portano alla libera commercializzazione dei pesticidi, a partire dalla necessità di modificare il modello di riferimento per la definizione del limite massimo consentito di principio attivo per gli effetti sulla salute, che dovrebbe passare dal riferimento attuale all'organismo di uomo di circa 60 kg a quello di un bambino, ben più sensibile agli effetti anche cumulativi e persistenti della contaminazione minima costante.
fonte: lanuovaecologia.it
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