L'indice generale di dotazione economica ovvero il rapporto tra gli occupati e la popolazione residente con un valore pari a 26,1% conferma il ritardo in termini di occupazione e sviluppo della Sicilia rispetto al resto del Paese.
In Italia il dato corrispondente è pari al 36%. È questo uno dei risultati emersi nell'Atlante socioeconomico della Sicilia realizzato dall'Ufficio regionale dell'Istat in collaborazione con il servizio Statistica della Regione che è stato presentato all'assessorato al Bilancio durante il convegno "Una lente per leggere i cambiamenti a scala territoriale".
L'indice di imprenditorialità spiega che ogni mille abitanti nella regione sono presenti in media 53,1 unità locali d'imprese: a Ragusa spetta il primato della classifica con un valore pari a 59,7%, seguita da Trapani con il 58,1%. La graduatoria si chiude con Siracusa (47,5%), Enna (48,6%) e Palermo (48,9%).
La vocazione al terziario dell'economia isolana è confermata anche dai dati sugli addetti alle unità locali dei servizi che, in media, sono pari a circa il 70% del totale, con valori che vanno dal 75,7% di Palermo al 61,7% di Siracusa.
Nell'area nord-occidentale si è confermato il "sistema del vino" e sempre crescente è il numero di aziende agricole che producono vini di qualità. Nell'area sud-orientale, allo sviluppo turistico legato agli itinerari culturali e naturalistici si combina la crescita di un'agricoltura specializzata, una nuova riorganizzazione del settore chimico, il trend positivo dei settori manifatturieri.
fonte: lasicilia.it
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giovedì 18 dicembre 2008
Sicilia fanalino di coda nello sviluppo
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