La conferenza ha sofferto per l'incertezza sull'adozione di un piano europeo e per la transizione statunitense. Fissate le prossime tappe per raggiungere un accordo nel dicembre 2009 a Copenaghen
La conferenza delle Nazioni Unite sul clima si è conclusa a Poznan dopo l'adozione di un programma per arrivare alla conclusione, nel dicembre 2009 a Copenaghen, di un accordo mondiale per frenare il riscaldamento globale. Gli Stati firmatari della Convenzione dell'Onu sui cambiamenti climatici (Unfccc) hanno adottato una 'road map' – un calendario e un programma di negoziati – per i prossimi 12 mesi.
La conferenza, che ha riunito dal primo dicembre oltre 12mila delegati di circa 190 Paesi, ha sofferto per l'incertezza sull'adozione di un piano europeo e per la transizione statunitense. Tante aspettative hanno animato i lavori con l'obiettivo di ottenere un via libera a un accordo globale da far partire dal 2012 nell'era post-Kyoto. In mezzo il pacchetto Ue clima-energia, che vuole essere la spinta propulsiva a impegni e obiettivi stringenti nel post-Kyoto.
La conferenza delle Nazioni Unite sul clima ha stabilito un calendario dei negoziati internazionali per il futuro accordo contro i cambiamenti climatici globali che dovrà essere raggiunto nel dicembre 2009 a Copenaghen. Entro giugno sarà presentato un testo negoziale di massima e gli occhi saranno puntati da subito sui negoziatori della nuova amministrazione statunitense. Gli Usa erano per l'ultima volta rappresentati dall'amministrazione Bush.
I Paesi firmatari della Convenzione dell'Onu sui cambiamenti climatici (Unfccc) si ritroveranno il prossimo marzo per discutere di un documento di lavoro, sintesi delle proposte avanzate sugli obiettivi e i mezzi per ridurre l'effetto serra. Da questo documento scaturirà in giugno il testo negoziale, che dovrà esprimere una "visione condivisa" dai Paesi industrializzati e dai Paesi in via di sviluppo. Questo testo potrebbe diventare il Protocollo di Copenaghen. I Paesi industrializzati firmatari del Protocollo di Kyoto (tutti tranne gli Usa), del quale i primi impegni scadono nel 2012, sono pronti a riprendere obiettivi di riduzione delle loro emissioni inquinanti.
Sono pronti a considerare una riduzione tra -20% e -40% nel 2020 rispetto al 1990. I Paesi interessati dovranno comunicare i loro rispettivi impegni prima della primavera del 2009. Quattro sessioni di negoziati sono già previste nel 2009. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo ha già assicurato che l'Italia, come Presidente del gruppo G8 del 2009, assumerà, "ogni iniziativa utile", in collaborazione con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, per facilitare il raggiungimento di un accordo a Copenaghen.
fonte: lanuovaecologia.it
fonte: lanuovaecologia.it
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