giovedì 10 luglio 2008

Bce: no a rincorsa prezzi-salari

No ad un ritorno della «scala mobile». Oltre a petrolio e alimenti, i principali fattori di rischio per l'inflazione dell'area euro, la Bce segue con attenzione le fasi della contrattazione salariale e «chiede che siano evitate forme di indicizzazione» delle retribuzioni nominali ai prezzi al consumo, per evitare «uno choc al rialzo sull'inflazione», con «ricadute negative sull'occupazione e sulla competitività nei paesi interessati». È quanto si legge nel bollettino mensile della Bce, in cui si ribadisce che «i rischi per la stabilità dei prezzi restano chiaramente orientati al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio-lungo periodo».
«A fronte del marcato rincaro delle materie prime alimentari a livello internazionale, la rimozione degli ostacoli alla concorrenza in diversi stadi della catena di approvvigionamento andrebbe a beneficio dei consumatori europei dando luogo ad un abbassamento dei prezzi» spiega la Banca centrale europea.

CRESCITA MODERATA - La crescita dell'area euro rimane «moderata» ma «prevalgono rischi al ribasso» ha detto ancora la Bce, che sottolinea come i rischi maggiori derivino «dall'effetto frenante su consumi e investimenti di ulteriori rincari imprevisti dei prodotti energetici e alimentari», nonchè dal perdurare della crisi dei mutui e dal manifestarsi di possibili spinte protezionistiche.
Nell'anno in corso, «la domanda sia interna sia estera dovrebbe sostenere l'espansione del Pil in termini reali nell'area dell'euro, sebbene in misura minore che nel 2007». Allo stesso tempo, la crescita dell'economia mondiale, «malgrado una moderazione», dovrebbe «sorreggere la domanda estera dell'area». L'economia di Eurolandia, prosegue ancora l'Eurotower, «seguita a presentare fondamentali solidi e l'area non è affetta da squilibri significativi». Positivo anche l'andamento di «occupazione e partecipazione alle forze di lavoro, aumentate in modo significativo negli ultimi anni e i tassi di disoccupazione sono scesi a livelli non osservati da 25 anni». Tali andamenti, avverte però la Bce, «non compenseranno del tutto la perdita di potere d'acquisto causata dai rincari dell'energia e degli alimentari». Su tali fattori positivi, pesano e prevalgono rischi al ribasso, legati soprattutto ai «livelli molto alti dei corsi delle materie prime». Oltre a questi, rimane «l'eventualità che le tensioni in corso nei mercati finanziari possano avere sull'economia reale un impatto più negativo di quanto stimato in precedenza», mentre «i timori circa l'emergere di spinte protezionistiche e la possibilità di sviluppi disordinati dovuti agli squilibri mondiali implicano rischi al ribasso per le prospettive dell'attività economica».

fonte: corriere.it

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