giovedì 10 luglio 2008

Inflazione, quella percepita è tripla

Italiani pessimisti e vittimisti incalliti o Istat sempre più inadeguato a fotografare il vero andamento del costo della vita? Stando al sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Repubblica.it sul tasso di inflazione percepito, il divario tra i dati ufficiali certificati dall'istituto centrale di statistica e quello che provano gli italiani è notevole. Secondo il campione di mille persone rappresentative dell'intera popolazione nazionale intervistato il 5 e 6 luglio per via telematica, l'inflazione percepita è decisamente più marcata di quella registrata dall'Istat nell'ultimo bollettino diffuso lo scorso 30 giugno.

LE TABELLE

Rispetto a un anno fa, il comparto dove gli italiani sentono di aver perso maggiormente potere d'acquisto è quello alimentare. In base alla loro esperienza personale i prezzi sono aumentati del 18,9%, più del triplo rispetto al 6,1% sancito dall'Istat. A seguire ci sono i trasporti, con un'inflazione percepita (15%) più che doppia rispetto a quella reale (6,9%). La forbice tra rincari percepiti e rincari ufficiali si allarga ancora di più nelle spese per l'abbigliamento e il tempo libero. Nel primo caso è dell'11,1% contro l'1,8% certificato dall'Istat. Nel secondo caso, gli italiani avvertono aumenti dell'ordine dell'11,3%, mentre l'istituto di statistica alla voce "spettacoli e cultura" segnala un +1,1%.

Se nel sondaggio realizzato dall'Ipr si consulta poi la tabella con i dati scorporati tra grandi aree geografiche, si scopre che è al Sud che nell'ultimo anno il carovita si è fatto sentire di più. Nel Mezzogiorno e nelle isole il 18,9% dell'inflazione percepita su base nazionale nel comparto alimentare s'impenna al 21,9% e anche negli altri settori gli aumenti avvertiti sono quasi sempre superiori a quelli medi. A seguire viene poi il Centro, mentre al Nord il sondaggio indica un'inflazione percepita inferiore alla media nazionale.

Se è possibile, come detto, che il pessimismo generale influenzi la percezione dei rincari, facendoli sembrare maggiori del reale, è senz'altro vero che i rincari fanno crescere il pessimismo, come certifica il sondaggio sul "sentiment" dell'economia realizzato dall'Ipr contestualmente a quello sull'inflazione percepita. Alla domanda "secondo lei la situazione economica della sua famiglia oggi è...", il 27% ha risposto "molto o abbastanza positiva". Una definizione che nel gennaio 2008, rispondendo allo stesso quesito, aveva dato il 35% degli intervistati. Allo stesso modo se a gennaio il 63% sosteneva che la situazione economica della propria famiglia era "poco o per nulla positiva", oggi ad essere pessimista è il 71%.

fonte: repubblica.it

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