Centro di spazzatura permanente. E galleggiante. Sotto i ponti del centro, il turista a passeggio tra i monumenti rischia di perdere il sorriso se abbassa lo sguardo dall'architettura rinascimentale al pelo dell'acqua. Sotto il Ponte alle Grazie, per esempio, trova già una piccola discarica di bottiglie di birra e tetrapak fra le copiose alghe che — spiega l'Arpat — sono favorite dalle alte temperature di questi giorni. Due americani in bermuda e occhiali da sole sorseggiano una lattina sul balcone antistante il loggiato degli Uffizi, uno guarda a est: vede uno scorcio di Palazzo Vecchio e il profilo del museo tra il passeggio di flash e videocamere. L'altro, rivolto di 180 gradi, scruta invece il verde pratino della società Canottieri e una canoa che fa lo slalom tra non ben identificati oggetti biancastri in galleggiamento. Non sono pesci. Di questi se ne vede solo uno, sempre sotto il Ponte alle Grazie. Ma è morto e a pancia all'insù. Sotto il Ponte Vecchio sacchetti di plastica danno un tocco di chiarore al fondo verde petrolio a cui i fiorentini sono abituati.
TOPI E IMMONDIZIA. Ma il primo vero venefico concentrato di mondezza a mollo la troviamo affacciandoci da Santa Trinita, proprio dove poggia i talloni la chiesa greco-ortodossa di San Jacopo, addobbata con gagliardetti raffiguranti i colori scozzesi. Alla Carraia c'è una gelateria, evidentemente frequentata da amanti del gelato ma non altrettanto della pulizia, stando alla schiera di coppette da due euro abbandonata a prendere il sole lungo la riva. Sono talmente tante che, dall'alto, sembrano una città in miniatura. C'è chi prende il sole lungo lo spartiacque all'altezza di piazza del Cestello. Chi pesca, chi improvvisa pic-nic. Nonostante, ancora, sacchetti di plastica e rifiuti vari. Si legge un graffito: «Marco sei la mia vita», con accanto una ragazza in bikini e cappello bianco. Lungo il suo sguardo vari uccelli, raggruppamenti di alghe verde scuro e ancora spazzatura. Forse non vede abbastanza lontano da scorgere la pantegana che sta avidamente pranzando sotto il ponte Vespucci. Basterebbe andare un po' più oltre, spiega il presidente di Legambiente Toscana, Piero Baronti, per trovare «siringhe abbandonate, dal lungarno Ferrucci e alle Cascine». E non solo «anche frigoriferi, motorini, computer». Perché «con Puliamo il mondo si riscontra che il tratto fiorentino è una delle zone più sporche di tutto il corso dell'Arno».
fonte: corriere.it
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