Un mercato definito «ingessato» dall'osservatorio economico bolognese che per il 2008 prevede una riduzione di compravendite di 80 mila unità (-10%). La situazione abitativa torna così ai tempi del 2002, quando il costo dei mutui si attestava sulla misura odierna. E il valore totale delle case vendute, che nel 2007 è stato pari 123 miliardi di euro, nel 2008 dovrebbe attestarsi attorno ai 110 miliardi (-10,5%). Nelle grandi aree urbane la riduzione delle compravendite ha toccato quota 9,3%. Eppure, nonostante ciò, sarà «difficile immaginare una riduzione dei prezzi, se non quella veicolata dall'inflazione» come ha specificato il presidente Nomisma Gualtiero Tamburini, che ha poi aggiunto: «nessun rischio di tracollo come in Usa e in Spagna». La nostra frenata è meno importante rispetto a quella americana e «le situazioni di insolvenza, stanti le politiche prudenti delle banche e delle famiglie, fanno sì che il fenomeno sia sotto controllo». Tant'è che su cinque milioni di famiglie alle prese con un mutuo, «solo il 2% è in difficoltà nei pagamenti delle rate». Inoltre, mentre in Italia durante il decennio d'oro tra il 97 e il 2007 si costruiva poco, in Spagna, nonostante una popolazione inferiore alla nostra, la produzione è stata tripla e ha prodotto un eccesso di offerta.
Nell'immediato futuro i costi degli appartamenti (per la prima volta in quattro città come Milano, Bologna, Firenze e Venezia i prezzi reali delle case diminuiscono tra lo 0,5% e l'1% rispetto al 2007) rimarranno stabili, anche se «non è da escludere, nella seconda metà dell'anno, una flessione dei prezzi» come spiega Luca Dondi, analista mercato immobiliare Nomisma Real Estate: «potrebbero diminuire dal 3 al 5% per le periferie delle grandi città come Roma, Bologna e Milano». Situazione stabile invece nei centri delle metropoli, dove le quotazioni rimarranno uguali. Le forti flessioni di vendita degli immobili nel 2007, secondo l'osservatorio, continueranno a essere registrate anche nel corso di quest'anno. «Bologna ha registrato un decremento dell'11,4% nel 2007 - spiega Dondi - e nel 2008 potrebbe subire una flessione tra il 15 e il 20%, Roma ha subito una flessione dell'8,2% nel 2007 che potrebbe arrivare quest'anno al 12%». Per Milano, che l'anno scorso avrebbe perso circa «l'11,8% in termini di contratti stipulati, è prevista nel 2008 una flessione tra il 15% e il 16%». Una situazione che non fa bene nemmeno ai titoli immobiliari che negli ultimi dodici mesi hanno perso, secondo l'osservatorio bolognese, il 58,1% portando la capitalizzazione delle società del settore quotate in Borsa sotto i 4 miliardi. «Il mercato immobiliare - ha lanciato un appello Tamburini - è un mercato strategico, e bene farebbe il governo a metterlo in sicurezza con interventi ad esempio sulle imposte di registro, sull'Iva, affinché inoltre i fondi immobiliari e le società quotate possano lavorare più largamente anche importando capitali all'estero».
fonte: orriere.it
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