venerdì 4 luglio 2008

I patriarchi verdi dell'area etnea

Franco Tassi ha inciso indelebilmente nello nostre menti l'immagine del Grande Albero, dimostrando in modo incisivo e con poche parole che «questo» è la casa vivente del «mondo animale». Recentemente la Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania ha avviato uno studio con relativo censimento dei Monumenti vegetali presenti nella Provincia, con la finalità di attivare una banca dati funzionale

Maestosi, plurisecolari, colossali verdi «patriarchi della natura», tramandati ai giorni nostri da decine di generazioni precedenti, sono certamente gli elementi più appariscenti del mondo vivente, assumendo in alcuni casi, carattere di monumento.
Gli alberi monumentali, con il loro possente fusto, la chioma protesa verso il cielo ed il potente apparato radicale affondato nel suolo, rappresentano la forza e la sacralità della natura e della vita.
Proprio per salvare i patriarchi d'Italia più antichi e solenni, nel 1969 fu lanciata dal Centro studi del Parco nazionale d'Abruzzo l'Operazione Grande Albero. Una campagna aperta a tutti per scoprire, censire e proteggere i «patriarchi d'Italia», grazie all'impegno di studiosi, volontari e privati cittadini, oggi i frutti raccolti sono copiosi. Seppure alcuni muti testimoni del passato soccombono per fine naturale, molti altri colossi arborei vengono riscoperti e salvati, sono migliaia gli appelli, le foto, le cartoline e le segnalazione che giungono da ogni parte d'Italia.
Dal 1982 la Forestale ha avviato un ampio censimento, che ha permesso di catalogare ben 22mila alberi, almeno 200 dei quali di straordinario interesse: ma tutti meritevoli di attenzione e salvaguardia.
L'Italia è stata la terra dei «boschi sacri», ricca di luoghi che testimoniano un'antica devozione per l'albero, l'albero unisce il cielo alla terra e l'uomo alla sua divinità. Ogni albero è sacro sulla terra.
Vivendo ai piedi della Montagna Sacra al Centro del Mediterraneo la domanda mi sorge spontanea, ma quanti sono i «Monumenti vegetali dell'Etna»? Una pubblicazione del 1998 curata dal compianto dott. Ettore Cirino, riporta in 39 schede illustrative, un importante contributo al censimento dei vetusti arborei presenti nel paesaggio etneo. Attraverso le loro caratteristiche ed età, questi «patriarchi arborei» rivestono un ruolo di unicità o rarità, sono i miti e le leggende che ad essi ci accompagnano e che permettono di vivere nella cultura e nella coscienza delle popolazioni locali.

Se chiediamo del «Castagno S. Agata» sull'Etna, non tutti ne conoscono l'esistenza, ma se parliamo del «Castagno dei Cento Cavalli», un po' a tutti viene alla mente la storia (tra realtà e leggenda) della Regina Giovanna d'Aragona che si riparò sotto le fronde del grande albero con il seguito dei suoi cento cavalieri. Secondo uno studio dell'Università di Torino il «Castagno dei Cento Cavalli» conterebbe oltre 2.000 anni, se così fosse, rappresenterebbe l'albero più vecchio in Europa.
Il «Castagno S. Agata» o «Castagno Nave» si trova in località Taverna-Sant'Alfio (Catania), la denominazione «Nave» in quanto il particolare della ceppaia rialzata assume la forma dello scafo di un veliero.
La provincia di Catania è ricca di «grandi alberi», dai Nebrodi al Calatino attraverso l'area propriamente detta «etnea» sono tantissime le essenze arboree meritevoli di attenzione, tra questi il Faggio di Monte Colla (Randazzo in provincia di Catania) circonferenza massima del tronco 8,4 m; diffusa la presenza di ulivi secolari nel territorio di S M. di Licodia, poco noto l'Ulivo Millenario di Motta S. Anastasia, cultivar Nocellara Etnea.
Una volta il Bosco di Santo Pietro (Caltagirone) era un tutt'uno con la Sughereta di Niscemi (Caltagirone), l'intensa attività agricola e i continui incendi hanno frantumato questo antichissimo ecosistema forestale, ricco di vetusti arborei, composto in prevalenza da Sughere (Quercus suber) e da Ilici (Quercus ilex), il Fondo Siciliano per la Natura qualche anno fa ha realizzato un Atlante dei Grandi Alberi presenti in detta area.
Recentemente anche la Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania ha avviato uno studio con relativo censimento dei Monumenti vegetali presenti nella Provincia, con la finalità di attivare una banca dati funzionale.
Franco Tassi ha inciso indelebilmente nello nostre menti l'immagine del Grande Albero, dimostrando in modo incisivo e con poche parole che «questo» è la casa vivente del «mondo animale».
Una miriade di esseri piccoli e grandi gravita infatti attorno al vecchio patriarca, la sua sopravvivenza è un elemento essenziale del bosco (non meno che per gli esemplari adulti o i giovani germogli) cui è legata l'esistenza di una parte molto importante dell'ecosistema forestale. L'ex grande direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo ci ricorda: «un albero che ha visto centinaia di stagioni vivendo in questo mondo così bello e mutevole fin dai tempi dei nostri più lontani antenati, rappresenta certamente un miracolo della natura e della vita, che merita in ogni caso d'essere preservato e difeso».
Attraverso questo messaggio intendiamo proporre una maggiore attenzione, tutela e valorizzazione dei «Patriarchi arborei», è indispensabile la sinergia con i tanti studiosi, ricercatori, istituzioni, volontari e semplici cittadini amanti della natura.
È ora che la società civile si mobiliti in modo deciso contro la persistente, cieca devastazione della natura e del paesaggio.

fonte: vglobale.it

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