Bastano solo pochi anni di istituzione di una zona marina protetta per far "tornare indietro" i pesci, in percentuali anche del 68%. Lo hanno rivelato due studi, uno fatto sulla barriera corallina australiana e pubblicato dalla rivista "Current Biology" e l'altro ancora preliminare sugli "abitanti" delle barriere della Florida.
Stesso effetto-parco anche in Italia: alla riserva siciliana del Plemmirio, a Siracusa, dopo un primo boom del 400%, il recupero annuale si è stabilizzato intorno al 70%, mentre nel parco ligure di Portofino uno studio di due anni ha contato 240 cernie contro zero esemplari agli inizi del 2000.
I ricercatori della James Cook University di Queensland, in Australia, hanno censito la trota dei coralli, la principale vittima della pesca che era quasi scomparsa dalle barriere, a due anni dall'istituzione del parco marino della barriera australiana, la più grande riserva marina mondiale con una grandezza di 100mila chilometri quadrati. Il risultato è stato che il recupero è andato dal 31 al 68% a seconda dell'area.
Risultati simili hanno ottenuto 38 ricercatori subacquei americani nell'area marina a largo delle isole Florida Keys nata nel 2001: le prime osservazioni hanno dato un recupero di almeno il 15% della fauna.
"Il cosiddetto effetto riserva vale anche per le aree italiane - afferma Vincenzo Incontro, direttore dell'area marina del Plemmirio, vicino a Siracusa - da noi abbiamo osservato un recupero iniziale del 400%, che si è stabilizzato intorno al 70% all'anno"
fonte: lasicilia.it
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lunedì 7 luglio 2008
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