BANCHE - Secondo l’analisi degli economisti di Washington la situazione del comparto bancario resta, tuttavia, assai delicata. «Malgrado le banche siano riuscite a reperire capitali aggiuntivi - si legge nel documento - i conti sono nuovamente sotto pressione e i corsi azionari sono scesi bruscamente». E ciò ha reso più difficile il reperimento di capitali aggiuntivi aumentando la probabilità di un’interazione negativa tra la crisi del sistema bancario e l’economia reale. La preoccupazione del Fondo è che, con le insolvenze e i riscatti ipotecari in forte aumento sul mercato immobiliare statunitense, e con la prosecuzione del calo dei prezzi delle case, è che «il deterioramento della qualità dei prestiti diventi più diffuso».
IL MATTONE - Del resto, ammette l'istituto di Washington, «non si vede la fine della crisi del mercato immobiliare Usa, sebbene il calo dei prezzi potrebbe rendere più accessibili i prezzi delle abitazioni e stabilizzare il mercato», si legge nel Global Financial Stability Report.
BCE E TASSI - Il rallentamento economico in atto a livello globale, e il conseguente calo delle pressioni inflative, «renderà più facili le decisioni delle banche centrali», ha sottolineato Jaime Caruana, direttore della divisione monetaria e mercati dei capitali dell'Fmi, rispondendo a una domanda su possibili ricette per la crisi da Bce e Fed. L'economista sembra, cioè, auspicare politiche monetarie espansive da parte delle banche centrali, ovvero di riduzione dei tassi d'interesse. Queste ultime - ha aggiunto - «dovranno, tuttavia, continuare a restare vigili sull'inflazione».
FREDDIE E FANNIE - Il rapporto si concentra anche sul crollo di Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie semigovernative statunitensi che svolgono un ruolo cruciale nella cartolarizzazione dei mutui e nella ripartizione del rischio sul mercato. «L’incertezza sulle future perdite e sui fabbisogni di capitale ha provocato un forte calo delle imprese sponsorizzate dal governo coinvolte nel mercato immobiliare. E la sfida politica - sottolineano gli economisti del Fondo - è quella di trovare una soluzione chiara e permanente continuando a sostenere la cartolarizzazione dei mutui statunitensi».
fonte: corriere.it
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