Un euro e 80 per 140 grammi di bontà. Per molti il gelato è il sostituto del pasto (100-200 calorie per 100 grammi a seconda dei gusti, frutta o creme). Sui Navigli, al Gelato Sas, il prezzo minimo è di 2 euro. E il titolare Stefano Albini conferma: «Ho notato che si riduce la quantità, la vaschetta da mezzo chilo invece di quella da un chilo si fa bastare per sei persone». E può capitare di arrotondare la giornata con «gelato d'artista». «Ho fatto di recente gelati per un fotografo - racconta Albini. Cioccolato con mandorle e uva passa, anguria con pezzi di cioccolato, servivano per una composizione».
Le gelaterie artigiane aprono e chiudono. Le storiche resistono. Come Umberto che nel 1934 ha trasferito laboratorio e gelato da Pozzuoli in piazza V Giornate. E «Pozzi» di Piazza Agrippa, il primo laboratorio artigiano di gelato nato a Milano, nel 1895. «Il consumo di gelato rispecchia il calo dei consumi voluttuari da parte dei cittadini — spiega Marco Accornero, segretario generale dell'Unione Artigiani —. I prezzi sono pressoché inalterati ma la pressione fiscale è altissima e il settore soffre». A Milano, secondo una stima di Epam (l'Associazione dei pubblici esercizi), si producono in un anno 15mila tonnellate di gelato artigianale e ogni milanese gusta l'equivalente di 74 coni, per un fatturato finale di circa 245 milioni di euro.
fonte: corriere.it
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