La Corte di Giustizia Europea ha bocciato il condono sull'Iva per gli anni 1998-2001 contenuto nella Finanziaria 2003 (governo Berlusconi), dando così ragione alla Commissione Europea. Lo rende noto un comunicato. Il provvedimento, secondo la Corte, ha violato i principi di uguaglianza tra i contribuenti europei: infatti nessuno Stato membro ha il diritto di sottrarsi unilateralmente all'obbligo di assoggettare all'Iva determinate categorie di operazioni, come di fatto è successo in Italia per via del condono.
Con un altro provvedimento inoltre il commissario europeo per la Concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato illegali anche gli aiuti concessi dal ministero del Tesoro a Poste Italiane sotto forma di rimborso per i fondi dei conti correnti postali depositati nelle casse di via xx settembre. Dall'indagine avviata dalla commissione nel settembre 2006 è emerso infatti che i tassi d'interesse versati dal Tesoro conferiscono un vantaggio indebito all'azienda, a discapito dei suoi concorrenti.
Il condono dell'Iva. La Corte, si legge nel comunicato che si riferisce al condono Iva, "condanna la rinuncia generale e indiscriminata all'accertamento delle operazioni imponibili relative all'Iva, effettuate nel corso di una serie di periodi di imposta, tramite la quale la Repubblica italiana viola gli obblighi derivanti dalla sesta direttiva Iva e l'obbligo di leale cooperazione".
Infatti per i giudici di Lussemburgo "la legge italiana induce fortemente i contribuenti o a dichiarare soltanto una parte del debito effettivamente dovuto o a versare una somma forfettaria invece di un importo proporzionale al fatturato realizzato, evitando in tal modo qualunque accertamento o sanzione".
Non è pertanto affatto vero quanto sostenuto dalle autorità italiane, ritiene la Corte, e cioè che l'erario grazie al condono ha potuto "recuperare immediatamente e senza la necessità di avviare lunghi procedimenti giudiziari una parte dell'Iva non dichiarata inizialmente".
In effetti, il condono è intervenuto ancora prima che i soggetti sui quali gravava l'imposta avessero il tempo di decidere se pagare o evaderla: "La misura in questione - si legge nel comunicato - implicante appena dopo la scadenza dei termini entro cui i soggetti passivi avrebbero dovuto pagare l'Iva e implicante il pagamento di un importo assai modesto rispetto a quello effettivamente dovuto, consente ai soggetti passivi di sottrarsi definitivamente agli obblighi in materia Iva, perfino quando le autorità fiscali nazionali avrebbero potuto individuare le irregolarità".
fonte: repubblica.it
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giovedì 17 luglio 2008
Bocciato il condono Iva '98-2001
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