In effetti la città ha cambiato volto rispetto agli ultimi mesi e anche alle ultime settimane. Gestita dal sottosegretario Guido Bertolaso, la situazione di crisi ha invertito la tendenza. Ma forse, nonostante ciò che dirà venerdì Berlusconi, si potrà ritenere l'emergenza superata davvero soltanto quando il ciclo di smaltimento dei rifiuti a Napoli e in Campania avrà raggiunto un equilibrio tale da scongiurare il rischio che al minimo intoppo la spazzatura torni ad accumularsi per le strade. Per questo i tempi sono lunghi, e lo stesso decreto varato dal governo prevede la realizzazione e la messa a regime dei termovalorizzatori per completare il ciclo dei rifiuti.
Nel frattempo, però, sono entrate in funzione a pieno due discariche, quella di Savignano Irpino e quella di Sant'Arcangelo Trimonte, e questo ha contribuito in maniera determinante a smaltire le giacenze di spazzatura che riempivano le strade di Napoli e soprattutto dell'hinterland. Oltre ai due impianti di Irpinia e Sannio, sta lavorando — anche se parzialmente — la discarica di Ferrandelle, e gli impianti di tritovagliatura (gli ex cdr) di Santa Maria Capua Vetere, Giugliano, Caivano e Casalduni. Restano fermi (per intoppi legati al trasferimento degli impianti sotto la gestione delle Province) gli ex cdr di Tufino, Pianodardine e Battipaglia. I treni per la Germania hanno poi trasferito mille tonnellate negli ultimi cinque giorni, e altre mille tonnellate sono state smaltite in cave gestite da privati in due regioni del sud, sulle quali viene però mantenuto uno stretto riserbo. Perché il fronte della protesta è sempre attivo, e Bertolaso non intende lasciare che possa allargarsi anche oltre la Campania. Già deve fare i conti con ciò che accade a Napoli e dintorni. Come la lotta dei comitati antidiscarica di Chiaiano, Marano e Mugnano, che ieri, con duecento persone, hanno occupato il Duomo di Napoli.
fonte: corriere.it
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