FUGA DI COBALTO 58 - Dalla struttura, che dista oltre 200 chilometri dall'Italia, si è sprigionato del cobalto 58. Le contaminazioni - secondo la società - sono «leggere, 40 volte inferiori al limite regolamentare». I 97 dipendenti sono stati evacuati d'urgenza quando l'allarme ha cominciato a suonare e 91 hanno presentato segni di contaminazione al cobalto 58, un «metallo bianco» che entra nella composizione di leghe speciali, pneumatici e coloranti ma che, attivato a livello radio, è presente nei reattori e da solo possiede il 39% di tutta l'attività irradiante. Gli operai sono stati visitati e rimandati a casa. Si tratta del terzo incidente nucleare nella regione in meno di 16 giorni.
NUOVO INCIDENTE - Prima le vicende di Tricastin del 7 luglio e quella di Roman Sur Isere del 18 luglio. Poi altri quindici operai, dell’impianto nucleare di Saint Alban nella regione dell’Isere, sono stati contaminati dalla fuoriuscita di liquido radioattivo. «Gli operai sono stati leggermente contaminati nel corso di un intervento di manutenzione su un cantiere dell’unità produttiva numero due», ha indicato un responsabile della direzione di Edf. In seguito all’incidente, avvenuto venerdì, sono state ritrovate «tracce di elementi radioattivi» nel corso dei monitoraggi e dei controlli di routine dei dipendenti dell’impianto. I lavoratori sono stati sottoposti a un controllo medico ma l’azienda esclude che vi siano conseguenze di alcun tipo per la loro salute. Le cause dell’incidente non sono ancora state chiarite.
«ENFASI ECCESSIVA» - «Si è visto che questi episodi sono tutti sotto il livello minimo di pericolosità. Mi domando se questa enfatizzazione non sia eccessiva» ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. «Comunque ricordo - ha detto Scajola a margine del Rapporto 2007 del Gestore Servizi Elettrici (Gse) - che il piano nucleare del governo significa grande attenzione alla sicurezza, con un'apposita agenzia, e che useremo centrali di nuova generazione, che sono ancora più efficienti». Il ministro ha poi sottolineato che «la storia delle 340 centrali nucleari del mondo ben evidenzia come sia il sistema di produzione di energia meno pericoloso di tutti».
fonte: corriere.it
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