Il petrolio torna a scottare e supera i 130 dollari al barile a New York. Il greggio ha ricominciato così a correre, centrando il maggior guadagno giornaliero dal 1991, dopo che il piano di salvataggio al sistema finanziario del governo americano ha fatto indebolire il dollaro e spinto gli investitori, di nuovo, verso le materie prime. SEDUTA DA PRIMATO - Alla soglia delle chiusura delle contrattazioni a New York, sul Nimex, i futures sul greggio con scadenza a ottobre venivano scambiati a 130 dollari al barile, in rialzo di 25 dollari rispetto all’ultima rilevazione di venerdì. Si è trattato del maggior rialzo in una sola seduta dal 1991, anche se dopo il picco improvviso il prezzo del greggio è scivolato a 122,60 dollari, terminando le contrattazioni newyorchesi in rialzo di oltre 18 dollari.
WALL STREET - La Borsa americana, invece, va di nuovo in picchiata con Wall Street che chiude in terreno negativo. Il Dow Jones perde il 3,31% a 11.011,79 punti, il Nasdaq arretra del 4,17% a 2.178,98 punti, mentre lo S&P500 lascia sul terreno il 3,82% a 1.207,10 punti. Le preoccupazioni per la crisi finanziaria e l'incertezza sul piano di salvataggio miliardario annunciato dal governo federale hanno pesato sull'umore degli operatori
fonte: corriere.it
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martedì 23 settembre 2008
Balzo del petrolio a 130 dollari
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