È in discussione un altro Ente focalizzato solo sull'energia, e con particolare riferimento all'energia nucleare. Saranno eliminate (o trasferite), quindi, le attività sull'ambiente (compreso il clima), sull'agricoltura, sulle tecnologie non energetiche e su tutto quanto ciò che non abbia dirette connessioni con l'energia
Oggi, con le emergenze in atto, con l'economia che scricchiola mettendo in discussione la filosofia della crescita infinita, può un paese gettarsi a capofitto nelle scelte di crescita e trascurare lo sviluppo?
Sembrerebbe che l'Italia si stia muovendo in questa direzione.
Dai parchi al nucleare dall'Apat all'Enea.
I parchi senza soldi e piani, una scelta nucleare spinta senza valutare costi/benefici (e tralasciando i problemi irrisolti come le scorie e i siti), l'Apat che è l'ente preposto per il monitoraggio e la protezione ambientale, il controllo nucleare, rifiuti, difesa del suolo e delle risorse idriche, fatto confluire nell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) insieme a Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare) e Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica), e con 700 precari che non sanno che fine faranno e che hanno occupato la sede.
Ed ora tocca all'Enea. L'ente sta per chiudere i battenti e trasformarsi in un altro Ente focalizzato solo sull'energia, e con particolare riferimento all'energia nucleare. Saranno eliminate (o trasferite), quindi, le attività sull'ambiente (compreso il clima), sull'agricoltura, sulle tecnologie non energetiche e su tutto quanto ciò che non abbia dirette connessioni con l'energia.
È quanto è in discussione presso la X Commissione della Camera dei Deputati per il decreto: «Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (C. 1441-ter Governo)» e relativi emendamenti.
Tutto investe anche la Sogin (Societè gestione impianti nucleari) e questi vari pezzi (Enea, Sogin, Apat) che hanno una competenza nucleare formeranno un altro ente.
E che fine faranno ambiente, clima, agricoltura, i controlli sul territorio, ecc. ecc.?
Non è che non si possa mettere ordine e adeguare Enti e strutture dello Stato in base alle direzioni in cui va la società e quindi le scelte economiche, ma possono i cittadini sapere il disegno complessivo? Chi lavora può sapere se continuerà a farlo? E l'energia è solo nucleare o non anche efficienza ed energie alternative?
E può il timone essere posizionato su un isolotto e abbandonare le grandi mete?
Tutto questo nel silenzio più assordante di ambientalisti, verdi e media.
fonte: vglobale.it
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martedì 30 settembre 2008
Dopo l' APAT la scure sull' ENEA
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