Si comprano meno case e il prezzo degli immobili scende di quasi il tre per cento. Gli italiani frenano gli acquisti e, quando non possono farne a meno, sono selettivi e prudenti. Analizzano costi e qualità e scelgono dopo lunghe trattative, non di rado strappando qualche sconto. Il mattone è lo specchio della crisi generale: pochi soldi, domanda fiacca. E se i primi sei mesi del 2008 confermano il ristagno, le previsioni per l'intero anno lo rafforzano.
Un semestre quasi da dimenticare per il mercato immobiliare. I dati Tecnocasa e Gabetti diffusi oggi fotografano una realtà congelata al ribasso: gli acquisti calano del 15%. L'offerta c'è, anzi aumenta, specie in periferia. I compratori no, diminuiscono. Ottenere un mutuo è sempre più difficile e soprattutto costoso. Il tasso di riferimento è schizzato oltre il 6%, il livello più alto dal 2002. La crisi dei mercati finanziari, originata dalla bolla scoppiata negli Stati Uniti proprio nel mercato delle case, ha ristretto i rubinetti dei prestiti e paralizzato le compravendite. La stagflazione ha fatto il resto: crescita negativa e carovita.
Comprare casa in questo momento conviene a chi i soldi li ha. I prezzi sono calati ovunque, nelle grandi città (-2,7%) e nell'hinterland (-1,9%), così come nei capoluoghi di provincia (-2,3%). A guidare i ribassi, secondo Tecnocasa, sono Genova (-4.5%), Firenze (-3.3%) e Bologna (-3%). Per Gabetti, Torino (-6,3%), Bologna (-4,2%) e Napoli (-4,1%). Cifre simili, riscontrate anche per Milano e Roma con una discesa del 2,2%, mentre Torino e Palermo (-2,2%) sono in negativo per la prima volta dal 1997. Immobili meno costosi dunque (gli usati meglio dei nuovi) al Nord e al Sud (-3%) e soprattutto al Centro (-3,8%).
A soffrire di più nell'acquisto della prima casa sono i nuclei monoreddito, le giovani coppie e gli immigrati: chi può chiede aiuto ai genitori, chi non può si arrangia con gli affitti, che nel frattempo sono calati (-0,8% per i bilocali, -1% per i trilocali). Gli altri, dal profilo economico più solido, spendono oltre i 250 mila euro, con un occhio al rapporto prezzo-qualità. L'appartamento tipo ha il box o il posto auto, piano alto, luminoso, riscaldamento autonomo, stanze ben disposte, terrazzi o giardini, condominio affidabile. E, a sorpresa, è spazioso. Crescono le domande per i grandi tagli (quattro e cinque locali). Nel mese di luglio i trilocali hanno raccolto il 37,1% delle preferenze, seguiti dai bilocali con il 26,7%. A Milano, Napoli e Bari la tipologia più apprezzata è il due-stanze. A Roma per la prima volta il sorpasso: più tri che bilocali. Non a caso: i tagli piccoli rappresentano una parte ridotta dell'offerta nazionale, per un terzo concentrata sulle tre stanze.
Le trattative dunque si allungano e così i tempi di vendita (stabili ma alti per Gabetti, sei mesi in media). Chi cede l'immobile è disposto a fare sconti pur di assicurarsi liquidità. Chi subentra guarda i dettagli, non compra a caso. L'acquisto per investimento è sempre più un ricordo. Gli italiani d'altronde, tra mutui e prestiti per i piccoli acquisti, sono indebitati per 311 miliardi di euro. Le banche erogano con il freno tirato. Il passaggio dal tasso variabile al fisso non è così indolore come annunciato. E allora meglio essere prudenti e selettivi.
fonte: repubblica.it
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giovedì 18 settembre 2008
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