Più difficile ottenere risultati quando si deve combattare con degli "ecomostriciattoli", scempi apparentemente minori, ma spesso ancora più pericolosi perché messi insieme vanno a formare quel rumore di fondo che rende tutti un po' più sordi ed assuefatti a degrado e illegalità. Per questo Legambiente e Ecoradio da qualche mese hanno lanciato "Hai visto un EcoMostro?", una campagna di segnalazioni che chiama tutti a vigilare sugli abusi commessi sul territorio. Non solo sui grandi scempi, i più gravi dei quali sono ormai ordinati in una classifica ben precisa, ma anche quelli apparentemente minori e periferici.
Ora a dare ancora più forza e visibilità a questa inziativa ci sarà anche Repubblica.it, pubblicando le immagini e le denunce dei lettori. Nei casi più eclatanti e problematici, legati soprattutto all'abusivismo edilizio e alla violazione della normativa a tutela del territorio, le segnalazioni ricevute da Ecoradio e Legambiente prima di essere rilanciate e rese pubbliche saranno controllare "sul posto" da un gruppo di esperti per verificare che per quanto sgradevoli o criticabili siano effettivamente anche illegali.
Periodicamente verranno diffuse invece immagini e segnalazioni di situazioni alle quali ci stiamo purtroppo via via abituando: piccole discariche abusive, piste ciclabili inagibili o parchi abbandonati all'incuria. L'iniziativa non vuole limitarsi però alla fase di individuazione e denuncia e intende offrire anche un supporto tecnico e burocratico per permettere ai cittadini di agire e mobilitarsi: guide per contattare gli organi comunali, provinciali, o regionali, indicazioni pratiche su come avviare petizioni e ricorsi.
Manda una mail all'indirizzo ecomostri@ecoradio.it
scrivendo nell'oggetto "EcoMostro" e allegando a immagini e video qualche riga di testo per spiegare il tipo di abuso o di illecito e i danni per l'ambiente. "L'iniziativa - spiegano gli organizzatori - non vuole essere un'operazione isolata con fini sensazionalistici limitati ad un breve periodo d'attività, ma intende dare una continuità temporale in grado di raggiungere lo scopo di monitorare costantemente, grazie all'intervento consapevole e attivo dei cittadini. In più partecipano, in più riusciamo a vigilare in modo capillare sul territorio e a far partire contestualmente la ricerca di soluzioni efficaci per annullare i danni al nostro patrimonio artistico e ambientale"
fonte: repubblica.it
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