lunedì 29 settembre 2008

E' crisi, servono soldi tassiamo la pioggia

Benvenuti nella città dove la pioggia si paga. Con la bolletta. Un temporale, in media, incide quasi per il tre per cento sulla tariffa dell'acqua potabile stabilita per ogni utente. La pioggia si paga non solo a Ravenna, ma anche in tutti i comuni della provincia. E non si tratta di uno scherzo. Lo ha deciso l'ente pubblico territoriale che gestisce le reti idriche (l'Ato), con una delibera del gennaio scorso. Poche righe per stabilire che nella tariffa va inserito anche il costo della gestione delle fognature delle acque bianche (acque meteoriche): in pratica, il costo della pioggia.

Non solo, la delibera prevede anche il recupero degli anni 2005, 2006 e 2007. In questo modo l'Ato risparmierà, ogni anno, più di un milione di euro. Oltre a recuperarne subito più di tre. Immediata la mobilitazione di associazioni di consumatori (Adoc, Adiconsum, Federcosumatori, Lega dei Consumatori) sindacati (Cgil, Cisl e Uil) e categorie (Api, Confindustria, Cna, Confartigianato). Tutte sul piede di guerra. La lista civica comunale "Per Ravenna", ha inviato un esposto al "Comitato per la Vigilanza sull'uso delle risorse idriche" del ministero dell'Ambiente, denunciando il balzello e chiedendo un pronunciamento sulla delibera che ha imposto l'acqua piovana in bolletta. E il presidente del Comitato, Roberto Passino, ha dato ragione al "fronte del no", tanto da scrivere all'Ato ravennate, invitandolo ufficialmente a "correggere la delibera", perché l'attuale normativa "esclude" che i costi per lo smaltimento delle acque meteoriche "possano essere imputati al servizio idrico". Al ministero dunque sono d'accordo: non si può pagare una tassa sulla pioggia.

Ma c'è un ulteriore colpo di scena. L'assessore regionale all'ambiente dell'Emilia Romagna, Livio Zanichelli, invece si è schierato dalla parte del "fronte del sì": l'acqua piovana la devono pagare i cittadini, tramite la bolletta dell'acqua, sostiene, allineandosi alle scelte dell'Ato e del Comune di Ravenna: "La disamina della questione alla luce delle sole norme statali rappresenta un esercizio interpretativo inconcludente. I costi per lo smaltimento delle acque meteoriche nel territorio dell'Emilia Romagna devono essere computati nella tariffa del servizio idrico integrato".

"Ammesso che il comitato ministeriale abbia ragione - sottolinea Gianluca Dradi, assessore all'Ambiente del Comune di Ravenna - va rilevato che esiste una legge regionale precisa in materia, alla quale l'Ato si è attenuto. I costi della collettività poi, se non si pagano nella bolletta, si recuperano sulla fiscalità generale". E continua: "Questo metodo, invece, ci era sembrato più corretto, perché così, trattandosi di un calcolo di media in percentuale, è costretto a pagare di più chi consuma di più e cioè spesso fabbriche e grandi impianti. Sulla bolletta degli utenti domestici il costo incide davvero poco. E poi, tassa sulla pioggia? Sarebbe come definire "tassa sulla polvere" i costi per la pulizia delle strade, laddove, invece, si tratta di un servizio sulla cui utilità non credo vi siano dubbi e rispetto al quale nessuno ha sino ad ora mosso obiezioni al fatto che i relativi costi debbano essere conteggiati nella tariffa dei rifiuti, come appunto avviene".

Intanto la lista civica "Per Ravenna" annuncia il ricorso alla magistratura "per imporre il rispetto della legge violata e ad esercitare l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e di risarcimento dei danni a tutela dei diritti degli utenti" conferma il capogruppo Alvaro Ancis. "Si tratta di una tassa mascherata da tariffa - chiosa Ancis - Quel costo non deve essere incluso nella bolletta dell'acqua, ma recuperato attraverso la fiscalità generale, allo stesso modo con cui, per esempio, il costo dell'illuminazione pubblica non si può certo trasferire sulla bolletta dei consumi privati di elettricità, o il costo della manutenzione delle strade, non è trasferibile sulle tariffe dei carburanti dei veicoli stradali..."

fonte: repubblica.it

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