martedì 16 settembre 2008

Sos per i ghiacciai italiani

Un nuovo allarme per i ghiacciai italiani: anche quest’estate si sono ritirati in media di oltre dieci metri e il 100% ha subito un regresso. Secondo gli esperti, alle condizioni attuali tra venti anni saranno sciolti completamente

Nuovo Sos per i ghiacciai alpini italiani che anche nell'estate 2008 hanno perso terreno. A registrare l'ennesimo bilancio negativo sono il più grande ghiacciaio, quello dei Forni (gruppo Ortles- Cevedale), e il Ciardoney sul Gran Paradiso, che fa da riferimento per i ghiacciai sotto i 3.500 metri. Questi ultimi secondo gli esperti sono destinati a scomparire nel giro di massimo vent'anni.

È quanto emerge dai primi dati delle campagne di misurazione, che fanno da 'termometro' della situazione generale. Secondo Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, al termine del monitoraggio, l'estate 2008 "è una nuova batosta, i ghiacciai sono malridotti. L'innevamento c'é stato, ma è andato perduto".

Lo stesso quadro arriva dal presidente del Comitato glaciologico italiano, Claudio Smiraglia, secondo cui "i ghiacciai perdono più spessore di quanto non riescano ad acquisirne con la neve, che si è fusa a fine primavera e non ha fatto in tempo a diventare compatta e poi ghiaccio".

Insomma, i ghiacciai perdono la parte bassa senza compensarla con quella che 'piove' dall'alto. "Il ghiacciaio Ciardoney sul Gran Paradiso nell'estate 2008 ha perso 1,5 metri di spessore, un altro dato molto preoccupante", mentre per quanto riguarda i ghiacciai monitorati, in generale "si sono registrati arretramenti sul margine frontale, anche di 20-40 metri".

Secondo Smiraglia "il ghiacciaio dei Forni, il più grande italiano, nella parte più bassa ha toccato quasi due metri di riduzione dello spessore". In sostanza quindi "non si segnala nessun rallentamento della fusione - spiega Smiraglia - e c'é un arretramento di decine di metri per tutti i ghiacciai, con variazioni di spessore superiori al metro e mezzo.
Il ghiacciaio Dosdé, in Valtellina, è il primo di cui abbiamo avuto i dati e risulta un abbassamento di spessore di oltre 1,5 metri. Nel 2003, l'anno del caldo record, la riduzione era stata di oltre 2 metri (2,10 metri) e successivamente di poco meno 1,5 metri l'anno". Osservando i dati, "l'anno scorso quasi il 100% dei ghiacciai ha registrato una fase di regresso e non sembra che quest'anno il quadro sia diverso".

Altro fenomeno legato al riscaldamento delle temperature è quello della "spaccatura del ghiacciaio principale, che si sta verificando sul Monte Bianco, sul Monte Rosa, come sul Bernina - afferma Smiraglia - e sullo stesso ghiacciaio dei Forni".

Con questo fenomeno "emergono finestre rocciose e poi il ghiacciaio collassa", con relativi pericoli per chi passeggia ad alta quota. In conclusione "il sistema glaciale cambia - dice l'esperto - e si avvia verso una fine inevitabile fra qualche decennio se il clima rimane lo stesso: accelera i ritmi di fusione, lasciando canali di acqua, pareti frantumate, crepacci".

Il panorama alpino subirà una drastica rivoluzione. "Oltre i 3.200-3.500 metri i ghiacciai più grandi, come quello dei Forni e il Lys del Monte Rosa - afferma Smiraglia - perderanno la lingua di ghiaccio inferiore e rimarranno solo i lembi di ghiaccio nelle conche, i cosiddetti 'circhi glaciali'. I piccoli ghiacciai sono destinati a sparire nel giro di 10-20 anni, come già avvenuto sui Pirenei"

fonte: lanuovaecologia.it

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