La polizia turca ha fermato 37 attivisti di Greenpeace che protestavano contro i progetti di centrali atomiche previsti dal governo di Ankara. Gli ecologisti temono le conseguenze di un terremoto in un'area ad alto rischio sismico
La polizia turca ha fermato oggi 37 attivisti dell'organizzazione ambientalista Greenpeace che avevano inscenato una protesta pacifica contro il progetto del governo turco di realizzare una centrale nucleare. Lo hanno riferito le Tv turche mostrando le immagini della protesta svoltasi stamani davanti all'edificio che ospita il ministero dell'energia nella capitale turca.
Alcuni dei dimostranti innalzavano manifesti con su scritto "No al nucleare" mentre una decina di essi, tutti vestiti di nero, si sono distesi a terra fingendosi morti, per sottolineare il pericolo costituito - a loro parere - dalle centrali nucleari. La protesta odierna coincide con l'imminente apertura da parte del governo di Ankara di una gara d'appalto per l'assegnazione dei lavori per la costruzione di una centrale nucleare nella regione di Mersin, sulla costa meridionale del paese.
Una seconda centrale nucleare è in programma nei pressi della città portuale di Sinop sul Mar Nero. Gli ambientalisti di Greenpeace spiegano le loro preoccupazioni con il fatto che la Turchia è un Paese ad alto rischio sismico e un eventuale terremoto di grandi proporzioni potrebbe danneggiare seriamente una centrale nucleare presente sul territorio turco e provocare un disastro come quello di Cernobyl del 1986fonte: lanuovaecologia.it
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