Inizialmente era un sibilo nascosto e quasi impercettibile, dietro all’ideale fragoroso rumore delle centrali nucleari sparse un po’ in tutto il mondo. Fortunatamente le cose stanno cambiando, anzi oserei dire che sono già cambiate se, com’è vero, il 2007 è stato l’anno del sorpasso dell’energia eolica su quella nucleare. Un sorpasso avvenuto su tutti i fronti, in termini di potenza installata ma anche di numero d’installazioni. Possiamo dire che il sibilo è cresciuto fino a diventare silenziosamente assordante e che d’ora in poi è destinato a sovrastare il sempre più flebile rumorino prodotto dall’arricchimento dell’uranio.
A quanto pare andiamo verso un futuro più verde ed eco-sostenibile, verrebbe quasi da gridare al miracolo e dire “finalmente l’hanno capita”. Macché, poi accendiamo la tv e sentiamo i nostri governanti che pensano di poter risolvere i problemi energetici del paese, mettendo in cantiere nuove centrali nucleari a fissione e ponendo clamorosamente in discussione la scelta referendaria fatta dagli italiani più di venti anni fa. Evidentemente nessuno gli ha spiegato che per fare una centrale nucleare occorrono dai cinque ai dieci anni per renderla operativa, senza contare i 40-50 anni necessari a qualsiasi investitore per rientrare degli investimenti fatti. In pratica sarà il mercato a bocciare sul nascere qualsiasi idea in tale senso, come dimostrato anche recentemente da gare d’appalto per la costruzione di nuove centrali, andate deserte negli USA almeno fino a quando l’amministrazione statunitense non ha introdotto un incentivo di quasi due centesimi a kWh, in sostanza la stessa cifra prevista per l’eolico.
Si pensi che, cominciando oggi a costruire una nuova centrale, secondo il parere di molti esperti in materia, al momento della conclusione dei lavori, in virtù dell’attuale trend, la produzione effettiva di energia dovuta all’eolico sarà più del doppio rispetto a prodotta dall’atomo. Mi chiedo dove sia la convenienza nell’investire tempo e denaro nella costruzione di nuove centrali nucleari. Secondo un’autorevole ricerca, commissionata da Greenpeace a un gruppo di ricercatori indipendenti, culminata con uno scioccante rapporto presentato nel maggio 2007, oltre ad essere obsolete, le centrali nucleari rappresentano un pericoloso e costoso diversivo per le politiche di difesa del clima globale. Secondo questo studio, infatti, nel mondo, i progetti di queste “cattedrali atomiche” in costruzione hanno costi molto al sopra delle previsioni iniziali, in alcuni casi ben oltre il 300% rispetto a quanto stimato preventivamente. Quanto sin qui affermato, quindi, ripropone il concetto che in futuro questi progetti non saranno competitivi se paragonati all’efficienza energetica o all’impatto ambientale delle fonti rinnovabili. Certo l’industria nucleare è anch’essa in evoluzione, infatti, è in previsione una nuova generazione di reattori, che tuttavia sebbene siano ancora in fase embrionale, denunciano già grandi limiti in termini di sicurezza. Il trend dell’eolico è ormai inarrestabile e sembrano essersene accorti anche gli americani, infatti, il 30% della potenza elettrica installata, nel corso del 2007 negli USA, proviene dal vento e le previsioni per i prossimi anni sono in forte crescita.
Intorno a questo settore gravitano numeri importanti anche per quanto riguarda la nascita di nuovi posti di lavoro ed è un dato di fatto che entro il 2030, in America l’indotto legato all’industria eolica produrrà oltre mezzo milione di nuovi assunti, cosa che probabilmente accadrà anche in altri paesi europei come la Danimarca, la Spagna, il Portogallo o la Germania. Secondo il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia chi pensa che il nucleare in Italia porterà quantomeno a un alleggerimento delle bollette elettriche, dovrà ricredersi perché un recente e autorevole studio svizzero ha dimostrato scientificamente che se la Svizzera continuasse una politica energetica fondata sul nucleare, i costi certamente aumenteranno. Tutte queste considerazioni, seppur inquietanti sotto molti aspetti, danno nuova linfa a tutti quei ricercatori che con le loro idee promuovono ogni giorno progetti alternativi sempre più validi. L’energia eolica lancia il suo guanto di sfida a quella idroelettrica e anche l’industria del solare tiene il passo, perché sono allo studio pannelli solari più efficienti e meno costosi. Il trend tecnologico sembra aver imboccato forse la strada giusta, fatta di colline ventose, distese assolate e torrenti impetuosi, non ci resta che sperare che la liberalizzazione del mercato energetico sappia convincere chi ci governa a fare la scelta giusta.
fonte: ecoage.it
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