I ribelli del Mend, il gruppo armato della zona petrolifera del Delta del Niger, hanno lanciato una "guerra del petrolio" contro le compagnie che operano in zona. La "guerra" è stata dichiarata in reazione a un pesante attacco aereo e marittimo lanciato dall'esercito nigeriano
I ribelli nigeriani del Mend, il gruppo armato della zona petrolifera del Delta del Niger, hanno lanciato ieri all'alba una "guerra del petrolio" contro le compagnie che operano in zona, annunciando di voler distruggere le loro installazioni e sequestrare petroliere e metaniere. La "guerra" è stata dichiarata in reazione ad un pesante attacco aereo e marittimo lanciato due giorni fa contro di loro dall'esercito nigeriano.
I ribelli hanno detto di aver ucciso ieri 22 soldati e aver distrutto impianti e condutture, inclusa una piattaforma della statunitense Chevron a Kula. La compagnia ha confermato l'attacco ad un suo impianto, ma ha detto che questo non era più funzionante da tempo. "Non abbiamo ricevuto nessun tipo di attacco" ha riferito un portavoce dell'Eni, che in zona ha importanti strutture estrattive.
Le forze armate nigeriane non hanno confermato le perdite. Hanno invece detto che nessuna struttura produttiva è stata danneggiata e che l'attacco contro la Chevron è stato respinto, con numerosi ribelli uccisi. "Verso l'una del mattino di questa domenica - è scritto in un comunicato dei guerriglieri - l'operazione Uragano Barbarossa é iniziata con combattenti pesantemente armati a bordo di imbarcazioni partite da differenti basi del Mend nel Delta del Niger".
I ribelli hanno intimato alle compagnie di evacuare il personale e di allontanare dal Delta petroliere e metaniere, perché sono intenzionati a sequestrare anche queste. I guerriglieri del Mend chiedono una redistribuzione alle poverissime popolazioni locali delle royalties petrolifere pagate dalle compagnie straniere al governo nigeriano.
La guerriglia non ha fermato l'estrazione, ma è riuscita a ridurla, dai 2,6 milioni di barili di due anni fa agli 1,8 - 2 di oggi. Il governo nigeriano si è mostrato del tutto impotente nei confronti del Mend, sia dal punto di vista militare che da quello politico. Il presidente Umaru Yar'adua, eletto nel maggio del 2007, aveva promesso di fare del Delta una delle priorità della sua azione, ma da allora la situazione non è migliorata.
Nel maggio di quest'anno Yar'adua aveva annunciato a breve una conferenza sulla questione, che non si è mai tenuta. Ultimamente il presidente ha annunciato la creazione di un ministero per lo sviluppo e la pacificazione del Delta, ma l'iniziativa è stata bollata dal Mend come "uno strumento in più di corruzione e clientelismo politico".
fonte: lanuovaecologia.it
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