Barack Obama è il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d'America. La sua elezione rappresenta una speranza sul versante della lotta all'effetto serra e dello sviluppo sostenibile. La storia consegna al presidente uscente, George Bush, l'etichetta nera di un mondo fallimentare, ormai prossimo al collasso. Riuscirà Obama ha capovolgere i disastri del suo predecessore? Difficile dirlo ora, ma le premesse ci sono tutte. Ad onore del merito va riconosciuto al suo avversario repubblicano, McCain, di aver saputo prendere per tempo le distanze dall'attuale presidente in carica e aver aperto a Kyoto. Il mondo ha potuto assistere molto più tranquillamente alle elezioni americane, con la certezza che sia Obama sia McCain avrebbero segnato un radicale miglioramento rispetto al presidente George Bush. Con Obama alla Casa Bianca il cambio di rotta americano è epocale per diverse ragione. Il mondo non può che beneficiare di un presidente di colore, originario del Kenya da parte di padre. Senza nulla togliere all'importanza di questi aspetti, preferiamo tuttavia soffermarci sui possibili vantaggi per l'ambientalismo. La vittoria di Obama è la giusta risposta a chi, come l'Italia, ancora si ostina a non voler considerare la gravità del disastro ambientale in nome di un miope profitto di breve periodo. L'ascesa di Obama segna il ritorno degli Usa a capo degli stessi tavoli decisionali dove Clinton lavorò alla nascita di Kyoto, poi rinnegato per otto anni da Bush. La politica del 20-20-20 troverà un ampio consenso dalla nuova amministrazione americana, lasciando sempre più isolata la posizione di chi, come Italia e Polonia, continuano a mantenere la linea bushiana. Erano in molti nel mondo a sperare nella vittoria Obama e, perlomeno questa volta, anche gli stessi elettori americani.
fonte: ecoage.it
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giovedì 6 novembre 2008
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