Individuati a livello governativo i territori adatti, saranno le imprese a proporre i luoghi dove costruire i reattori. Per il ministro dello Sviluppo economico l'approvazione del disegno di legge sviluppo a Montecitorio sancisce ufficialmente il ritorno all'atomo
"Il primo gruppo di centrali – ha proseguito Scajola – sarà operativo entro il 2018". E l'obiettivo finale sarà quello di dotarsi di "8-10 centrali in 2-3 siti" per conseguire il target del 25% di fabbisogno energetico coperto dal nucleare.
Riguardo ai siti e alle regioni che ospiteranno gli impianti, ha quindi puntualizzato, "c'è uno studio in corso che dovrà individuare le caratteristiche dei territori per vedere dove insediare le centrali. Non c'è una mentalità dirigistica dove qualcuno si arroga il diritto di dire le voglio lì. Ci sarà un insieme di condizioni per cui sarà il libero mercato l'arbitro finale per decidere dove costruirle".
Saranno insomma le imprese, una volta stabiliti a livello governativo i criteri di selezione dei territori adatti (ad esempio la totale assenza di rischi sismici o la presenza di acqua necessaria al raffreddamento), a proporre alle autorità competenti i luoghi dove poter costruire. Parlando ancora dell'approvazione del ddl sviluppo, Scajola l'ha definita "significativa e importante anche perché per il provvedimento non è stato usato lo strumento del decreto ed è maturato in Commissione parlamentare. Abbiamo accolto anche i suggerimenti dell'opposizione e siamo aperti al contributo che vorrà dare il Senato, dove ci potrà essere qualche ulteriore miglioramento". Scajola è quindi ottimista anche se "il ritorno al nucleare in Italia è un'opera complessa. Dobbiamo recuperare un ritardo abissale".
fonte: lanuovaecologia.it
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