mercoledì 2 luglio 2008

Ocse: disoccupati in aumento

Torna a crescere nel mondo il numero dei senza lavoro. In due anni un balzo di tre milioni. E i compensi reali cresceranno meno della produttività del lavoro. Evoluzione negativa anche in Italia. Ancora penalizzati giovani, donne e lavoratori di minoranze etniche. I risultati e le stime dell’Employment Outolook. TABELLA: totale disoccupati. TASSI DI CRESCITA: paghe reali e occupazione

L’onda della tempesta che si è scatenata nei turbolenti spazi dei mercati finanziari continua a mietere danni. Nel 2008, ai paesi dell’Ocse, costerà un milione di disoccupati in più e nel 2009 altri due milioni si aggiungeranno ai "senza lavoro". Il tutto in un contesto in cui le retribuzioni reali continueranno a rallentare e a mostrare un’evoluzione inferiore a quella della produttività del lavoro. A dirlo è l’Employment Outlook 2008 dell’Ocse presentato oggi a Parigi e che restituisce un poco confortante scenario del mondo dell’occupazione che verrà nei prossimi anni.

Nell’anno in corso il rallentamento si sentirà in maniera molto acuta e altrettanto accadrà nell’anno che seguirà. Nel 2008 il tasso di crescita delle economie dell’area dell’Ocse scenderà all’1,8 per cento e nel 2009 a un più modesto 1,7 per cento. La decelerazione interesserà sia gli Stati Uniti sia l’Europa. In Italia la crescita, già debole, registrerà nel 2008 un valore pari allo 0,5 per cento.

La continua decelerazione dell’economia mondiale non potrà non avere un impatto negativo sul mondo del lavoro. Se fino a oggi, seguendo un’analisi quantitativa e tralasciando spunti in merito alla qualità del lavoro e alle sperequazione retributiva, il numero dei disoccupati era andato costantemente diminuendo, quest’anno, avvertono gli economisti dell’Ocse, le cose cambieranno in peggio e il numero delle persone disoccupate tornerà a crescere. E non di poco.

Tre milioni di disoccupati in due anni
Alla fine dell’anno in corso il conto dovrebbe indicare la cifra di un milione di nuovi “senza lavoro”. Se possibile, le cose peggioreranno ancora nel 2009, quando ci saranno altri due milioni di persone che entreranno a far parte di quello scomodo insieme dei disoccupati. Nei paesi dell’area Ocse nel 2008 il numero dei disoccupati salirà a un totale di 33 milioni mentre nel 2009 diventeranno 35 milioni e il tasso di disoccupazione tornerà a superare il 6 per cento (vedi tabella).

L’occupazione, che nel 2007 è cresciuta dell’1,5 per cento, nel 2008 si fermerà a un modesto 0,7 per cento e nel 2009 farà ancora meno bene scendendo allo 0,5 per cento. In Italia i valori saranno dello 0,7 per cento nel 2008 e dello 0,4 per cento nel 2009 (vedi tabella) dopo anni in cui la crescita era sempre stato al di sopra dell’uno per cento. Nel 2008 le uniche nazioni a non rallentare la creazione di nuovi posti di lavoro saranno il Regno Unito, il Messico e il Portogallo.

Anni neri per gli Usa
A pagare lo scotto maggiore, in termini assoluti, saranno gli Stati Uniti. Nel 2009 i disoccupati negli States raggiungeranno i 9,5 milioni, ovvero 2,4 milioni in più rispetto al 2007 (vedi tabella). Il tasso di disoccupazione statunitense passerà così dal 4,6 per cento del 2007 al 6,1 per cento del 2009. I segnali sono già evidenti. Oggi le agenzie informano che Starbucks, la catena di ristorazione, ha annunciato la chiusura di 600 punti vendita dislocati negli States, con il taglio di 12.000 posti di lavoro tra full e part time. Secondo alcuni analisti la compagnia si era troppo esposta in investimenti immobiliari, specie in California e Florida, che ora seguono il trend negativo dell'intera economia americana.

In Europa il tasso dei “senza lavoro” dovrebbe rimanere intorno al 4,8 per cento. In Italia dopo avere toccato il minimo nel 2007 (6,1 per cento), la disoccupazione tornerà a salire al 6,2 per il 2008 e al 6,5 per il 2009.

Paghe reali avanti piano
Ma non basta. Quelli che il lavoro riusciranno a mantenerlo vedranno le loro paghe crescere a ritmi sempre più lenti. Per gli autori dell’Employment Outlook 2008, i prossimi anni non saranno anni buoni neppure per le retribuzioni reali. Il 2008, dicono gli economisti dell’Ocse, registrerà nel complesso un brusco rallentamento prima di riprendere, parzialmente, respiro nel 2009. Nel complesso il tasso di crescita nel 2008 sarà pari allo 0,5 per cento mentre nel 2009 salirà dell’1,3 per cento (vedi tabella). Nel dettaglio in Europa le retribuzioni reali rallenteranno allo 0,6 per cento prima di crescere dell’1,3 per cento rimanendo al di sotto della crescita della produttività del lavoro.

Gruppi discriminati e politiche necessarie
Gli autori dell’Employment Outlook sottolineano poi come alcuni continuino a dovere fare i conti con le disparità nell’occupazione e la qualità delle opportunità di lavoro. Giovani, donne, lavoratori “maturi” e lavoratori appartenenti a minoranze etniche hanno un limitato accesso al mondo del lavoro e un ineguale trattamento solo perché appartengono ad uno specifico gruppo.

Alle donne accade ancora di avere il 20 per cento in meno, rispetto agli uomini, di possibilità di impiego e, a parità di figure e competenze, sono pagate il 17 per cento in meno di quanto non accada ai loro colleghi maschi. In Italia i valori sono ancora più preoccupanti. Solo il 46 per cento delle italiane ha un lavoro; il tasso di occupazione femminile "è molto basso" anche nella fascia di età più attiva (25-54 anni), al 59,6%: il terzo peggiore nei paesi Ocse dopo quelli del Messico e della Turchia.

I ricercatori dell'Ocse stimano "che una maggiore liberalizzazione dei servizi produttivi potrebbe aumentare il tasso di occupazione femminile di almeno 1,5 punti percentuali. Questo perché una maggiore concorrenza scoraggerebbe la discriminazione basata su semplici pregiudizi, in quanto le imprese non potrebbero permettersi di sprecare risorse di valore e sarebbero forzate ad assumere i migliori candidati indipendentemente dal loro sesso".

Quanto ai giovani, i neo-diplomati italiani "impiegano tre anni a trovare il loro primo lavoro, un anno in più della media dell'Europa dei quindici" mentre "un anno addizionale è necessario, in media, per ottenere un contratto a durata indeterminata".

A livello mondiale, allo stesso modo, i lavoratori di minoranze etniche devono impiegare il 40-50 per cento di tempo in più per ricevere un’offerta di lavoro e, se impiegati, si ritrovano con una paga inferiore di un decimo di quella che entra nelle tasche del gruppo maggioritario.

Necessarie quindi, anche per gli economisti dell’Ocse, l’istituzione di specifiche agenzie specializzate in questi temi che operino con strumenti e risorse, l’adozione, da parte di governi, di leggi anti-discriminazione e altre nuove politiche, come incentivi per comportamenti virtuosi, affinché a tutti sia, davvero, concessa un’opportunità di lavoro dignitoso.

TABELLA:
L'evoluzione del totale dei disoccupati

TASSI DI CRESCITA:
Le paghe reali
L'occupazione

fonte: repubblica.it

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