Tra i rincari dei prodotti energetici e quelli degli alimentari, l'inflazione importata ha ridotto il potere d'acquisto del reddito delle famiglie italiane di quasi il 3% in due anni. Lo sottolinea il rapporto Confersercenti-Ref che evidenzia come "sommando l'aumento della quota del reddito destinata a ripagare il debito contratto (primo tra tutti il mutuo per la casa) e l'effetto dell'aumento dei prezzi derivante dall'ascesa dei corsi delle materie prime, si quantifica un effetto sui bilanci familiari pari al 5% in un biennio, sufficiente per condurre i consumi sull'orlo della recessione".
"La domanda interna resta l'anello debole", osserva il presidente di Confesercenti Marco Venturi nell'introduzione al rapporto: "Per diversi trimestri ancora i consumi finali nazionali segneranno il passo (nel 2009 si passerebbe dal -0,1% allo zero). A questo punto l'unico Mister prezzi davvero efficace può essere rappresentato dal presidente del Consiglio con scelte che rendano più competitivo il paese. Noi vogliamo che l'Italia smetta di essere la lumaca d'Europa e cambi marcia: servono scelte coraggiose".
Infatti, sottolinea il rapporto, l'economia italiana è ferma: la crescita del Pil quest'anno non andrà oltre un "preoccupante" +0,1%. Anche per il 2009 le stime non sono buone e "ci sono poche speranze di inversione rapida di questo desolante ciclo economico: il Pil salirà di un modesto 0,8%". Un po' meglio invece dovrebbe andare nel 2010 quando la crescita dell'economia italiana dovrebbe attestarsi all'1,3%.
fonte: repubblica.it
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venerdì 12 settembre 2008
Confesercenti: calato del 3% il potere d'acquisto
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