Quando avrete finito di leggere questa frase sono nati 4 bambini e morte 2 persone. Ogni secondo nel mondo nascono 4,2 anime e si registrano 1,8 decessi. Questa lettura dei dati conferisce maggiore effetto alla comunicazione e colpisce di più l'attenzione rispetto alla lettura dei dati annuali che ritraggono la popolazione mondiale in costante crescita. Nel mondo si registra un tasso medio di natalità del 26 ‰ (26 per mille). Per una lettura adeguata occorre tuttavia disaggregare il dato in paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo. Nei paesi industrializzati il tasso di natalità è soltanto del 14 ‰ (14 per mille) contro il 29 ‰ (29 per mille) registrato nei paesi in via di sviluppo. I paesi africani e asiatici hanno tassi di natalità doppi rispetto al vecchio mondo. Questo vuol dire che nel 2050 oltre a Cina e India, rispettivamente primo e secondo paese per popolazione, si affiancheranno nei primi cinque posti altri paesi come il Pakistan e la Nigeria. Da cosa deriva questa spinta demografica? I paesi a natalità elevata hanno una struttura sociale di tipo rurale. Ogni famiglia pratica un'agricoltura di sussistenza in cui le braccia da lavoro sono gli unici fattori di produzione. Per questo motivo in Africa le donne dei villaggi rurali hanno in media 4-6 figli durante l'intera vita fertile. A questo si aggiungono altri fattori come il rispetto più rigido delle norme religiose, la scarsa emancipazione femminile, bassissima istruzione e modelli culturali arcaici. Se in passato la crescita demografica ha rappresentato soltanto un oggetto di studio accademico per universitari ed organizzazioni internazionali, oggi è opportuno fare i conti con il fenomeno per la pressione che causerà sulle risorse ambientali. Prima tra tutte l'acqua. Nel 2015 la popolazione mondiale supererà la simbolica cifra dei 7 miliardi di persone. Ci sarà acqua per tutti? Se le attuali tendenze al riscaldamento globale manterranno lo stesso ritmo allo scioglimento dei ghiacciai seguirà una maggiore percentuale di evaporazione dell'acqua, con fenomeni temporaleschi e precipitazioni più violenti e lunghi periodi di siccità e aridità dei terreni. Questo spingerà ulteriormente miliardi di persone dalle fasce equatoriali e tropicali verso quelle temperate degli attuali paesi industrializzati. Un problema di non facile soluzione. Probabilmente irreversibile come l'effetto serra.
fonte: ecoage.it
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lunedì 10 novembre 2008
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