Dopo le proteste della Verde Francescato, piove sulla commissione IPPC, made in Prestigiacomo, e sull’azzeramento della precedente, un’inchiesta su L’Espresso e un’interrogazione parlamentare alla camera
Inchiesta de “L’Espresso” (numero oggi in edicola) sul cambiamento della sezione italiana dell’IPPC “Integrated Pollution Prevention and Control” ( da non confondere con l’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu ), istituita nel 1996 dalla UE e che stabilisce una serie di regole comuni per il rilascio delle autorizzazioni alle installazioni industriali in Europa (AIA) e riguarda la prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. La direttiva IPPC è stata recepita dall’Italia.
L’obiettivo è minimizzare l’inquinamento causato dalle varie sorgenti situate in tutta la UE, richiedendo per tutti i tipi di impianti (quelli elencati nell’Allegato 1 della Direttiva) la necessità di ottenere autorizzazioni integrate dalle autorità dei vari paesi, in assenza delle quali non potranno operare. Il concetto di autorizzazione integrata implica che le autorizzazioni devono tenere in conto dell’insieme delle prestazioni ambientali degli impianti, ovvero delle emissioni nell’aria, degli impatti sulle acque, sul suolo, della produzione dei rifiuti, dell’impiego di materie prime, dell’efficienza energetica, del rumore, della prevenzione degli incidenti, della gestione dei rischi.
La nomina dei membri delle commissioni nazionali IPPC dipende dai rispettivi governi, in Italia ad esempio la composizione viene decisa dal ministero dell’ambiente. E in questo caso quando la “forzista” Prestigiacomo successe al “verde” Pecoraro Scanio, la nuova ministra decise di sostituire “in toto” la commissione della IPPC Italia.
E infatti il 10 giungo scorso, la Prestigiacomo dichiarava a proposito del ricambio totale: “Si vuole solo far funzionare, rinnovandola, la Commissione Ippc, che è in pratica bloccata ed ha un arretrato di 150 progetti da esaminare. Il rinnovo è quindi funzionale all’esigenza di render operativo l’organismo’‘.
Ma oggi l’inchiesta de “L’Espresso” ci spiega come tra i nuovi nomi non solo ci siano personaggi di caratura scientifica ben più bassa di quelli mandati a riposo, iniziando dal presidente, ma anche personaggi, come Lamacchia, il referente delle autorizzazioni AIA (ad esempio per la questione dell’Ilva di Taranto), che ha avuto a che fare ripetutamente con la giustizia fino all’altro ieri. E poi altri esponenti pescati da aziende che dovrebbero essere “le controllate” da questa “commissione di controllo”, e qui saltano fuori membri provenienti da società che producono energia elettrica, oppure membri soci di imprese di costruzioni. Inoltre una buona parte dei membri della commissione, fa notare l’articolo, sono conterranei della stessa Prestigiacomo.
Oltre all’inchiesta del settimanale, anche le proteste dell’attuale segretario dei Verdi, Grazia Francescato che qualche giorno fa aveva nuovamente criticato sia l’azzeramento della commissione per il controllo e la prevenzione dell’inquinamento deciso in agosto dal ministro, che la composizione della nuova commissione.
E non basta. Anche il deputato Giuseppe Giuletti (IdV) scrive oggi sul sito Articolo 21, che lunedì prossimo verrà presentata un’interrogazione parlamentare su quali siano stati i criteri secondo i quali sono stati rimossi i precedenti membri della IPPC, con quali criteri siano stati scelti i nuovi, quali titoli abbiano, per rivestire questo fondamentale ruolo, come sia stato scelto e chi abbia nominato il responsabile delle istruttorie per la concessione delle autorizzazioni AIA.
Per maggiori informazioni contattate il sito ufficiale dell’ Ippc e l’articolo de L’Espresso
fonte: rinnovabili.it
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