Il 40% del fabbisogno d'energia di Israele dal Sole. E' questo l'ambizioso obiettivo che il Paese si è posto per far fronte alla crisi energetica nazionale e per raggiungerlo sono stati stanziati circa tre miliardi di dollari (fonte Corriere della Sera 4/11/2008). E' a tutti gli effetti un investimento in larga scala. Prevede la realizzazione di centrali solari nel deserto del Negev. Il progetto è gestito dal gruppo Arava power Company (APC) e sarà realizzato in collaborazione con le unità agricole israeliane (kibbutz). La scelta d'investire nel settore solare ha una forte valenza anche geopolitica. In vista di una crescente scarsità di greggio nel medio-lungo periodo, i maggiori produttori di petrolio sono Paesi ostili al governo di Gerusalemme. Da qui l'esigenza di puntare sulle energie alternative. Per loro caratteristica peculiare i kibbutz sono in gran parte isolati dalla rete e già da molti anni hanno manifestato interesse e uno spirito pionieristico nel settore solare. Il primo impianto solare in una comunità agricola israeliana risale al 1973. E forse per la prima volta la necessità di garantire l'autosufficienza di una comunità agricola dal punto di vista microeconomico coincide con quella macroeconomica del Paese di affrancarsi dalla dipendenza energetica straniera. Un esempio da seguire.
fonte: ecoage.it
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mercoledì 5 novembre 2008
Israele investe 3 miliardi di dollari nel solare
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