Dal Congresso sul Clima di Venezia giungono dati allarmanti circa la produzione di CO2 relativa agli ultimi 100 anni di attività dell’uomo sottolineando come questi equivalgano al prodotto dell’attività di 7000 anni della terra
In cento anni di attività l’uomo ha prodotto l’equivalente di gas serra che la terra, attraverso i suoi processi naturali, avrebbe prodotto in settemila. Il dato è emerso nell’ambito del progetto Epica (European Project for Ice Coring in Antarctica) al quale hanno partecipato dieci nazioni europee, con finanziamenti nazionali e della Comunità Europea, su cui si sta tenento un dibattito presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, all’interno della Conferenza “Quaternary Climate: from Pole to Pole”, che proseguirà fino al 13 novembre 2008. “Incrociando i dati ottenuti con l’esame dei carotaggi effettuati nei ghiacci di Antartide e Groenlandia con quelli dei sedimenti marini – ha detto il Prof. Carlo Barbante dell’Università di Venezia, chairman del congresso – è stato possibile ricostruire gli andamenti climatici degli ultimi due milioni di anni; gli studi hanno evidenziato che l’attuale periodo interglaciale potrebbe durare ancora per cinque-diecimila anni, un tempo maggiore rispetto al precedente a causa dei parametri orbitali, ma negli ultimi cento anni la temperatura e’ già salita di circa un grado, limite che avrebbe dovuto raggiungere invece a fine periodo”. “I modelli più attendibili – ha detto ancora Barbante – dicono che nei prossimi cento anni ci si potrebbero aspettare variazioni di temperatura da 2 a 5 gradi”. Questi dati, rapportati al trend dell’attività antropica, rendono ancora più urgente l’integrazione delle fonti di energia rinnovabile nella stessa attività, affinché, seppur molto lentamente, con la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, si possa intervenire in maniera positiva sugli equilibri dell’ecosistema.
fonte: rinnovabili.it
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