La produzione dei rifiuti in Emilia Romagna aumenta. Però la raccolta differenziata aumenta in modo più consistente - la regione è ora in linea con gli obiettivi nazionali - e diminuisce l´immondizia destinata alla discarica. Sono le ombre e le luci del Report Rifiuti 2008, il dossier con le statistiche dello scorso anno curato da Arpa Emilia-Romagna in collaborazione col Servizio regionale Rifiuti e Bonifica Siti.
Il Report Rifiuti 2008 è stato presentato in questi giorni nell´ambito della Fiera Ecomondo a Rimini. Prende in esame l´intera produzione regionale di rifiuti. Essi, dal punto di vista tecnico e legislativo, vengono classificati in base all´origine (rifiuti urbani e rifiuti speciali), e sono ulteriormente suddivisi in rifiuti pericolosi e non, a seconda delle loro caratteristiche e del contenuto di sostanze inquinanti nocive per la salute umana e per l´ambiente.
I rifiuti urbani sono in sostanza quelli provenienti dalle case e dalle strade (compresi i rifiuti abbandonati sul suolo pubblico); i rifiuti speciali invece derivano dalle attività produttive, a prescindere dalla loro qualità e pericolosità. All´interno dei rifiuti speciali si distinguono poi gli “assimilati agli urbani”: si tratta di rifiuti non pericolosi, analoghi ai rifiuti domestici per quantità e composizione.
Nel 2007 in tutta l´Emilia Romagna si sono prodotte 2.930.000 tonnellate di rifiuti urbani e assimilati. Ossia l´1,3% in più rispetto all´anno precedente e 676 chili all´anno per persona: circa un chilo e 850 grammi al giorno. La cifra comprende però anche i rifiuti prodotti dalle migliaia e migliaia di turisti che affollano il litorale romagnolo e le città d´arte. Anche per questo la produzione pro capite annua di rifiuti urbani e assimilati è piuttosto alta rispetto alla media nazionale. Il dato più recente disponibile per il confronto è quello del 2005, quando in tutt´Italia sono stati prodotti 539 chili di rifiuti per persona. Lo scriveva l´Annuario Apat pubblicato nel dicembre scorso. Apat sta per “Agenzia per la protezione dell´ambiente e per i servizi tecnici”; era un´agenzia governativa che nell´agosto scorso è stata accorpata con altri enti nell´Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
I 539 chili di rifiuti pro capite annui della media nazionale 2005 rappresentano una media derivante da oscillazioni territoriali assai ampie: 533 chili per abitante all´anno al Nord, 633 nelle regioni centrali, 496 al Sud. In quell´anno il record della produzione pro capite annua di rifiuti spettava alla Toscana, 697 chili; al secondo posto l´Emilia Romagna con 666. Le oscillazioni, dice l´Apat, possono essere legate a criteri più o meno restrittivi di assimilazione dei rifiuti commerciali ed artigianali a quelli urbani.
Se si guardano i dati regionali, la media 2000-2007 registra un incremento nella produzione di rifiuti urbani pari all´1,8% all´anno. La produzione di rifiuti urbani aumenta con un ritmo analogo a quello nazionale: secondo il rapporto Apat, in Italia è cresciuta del 5,5% nel periodo 2003-2005. Ma attenzione: in Emilia Romagna nell´ultimo periodo si è registrato un rallentamento, anche se non ancora un´inversione di tendenza. L´incremento del 2007 è sceso all´1,3%.
fonte: ermesambiente.it
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mercoledì 12 novembre 2008
Rallenta la produzione di rifiuti, aumenta la raccolta differenziata
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