Legambiente e altre associazioni ambientaliste pugliesi hanno chiesto ai ministri Scajola e Prestigiacomo di sospendere le autorizzazioni per la costruzione dell'impianto, ottenute con la corruzione di alcuni funzionari pubblici
La lettera ai ministri
Un gruppo di associazioni ambientaliste di Brindisi ha inviato una lettera ai ministri dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, chiedendo che venga rimossa, con provvedimento di autotutela, l'autorizzazione ministeriale concessa alla società Brindisi Lng, del gruppo British Gas Italia, per la costruzione di un rigassificatore a Brindisi.
“L’autorizzazione è stata concessa nel gennaio 2003 dall’allora sindaco di Brindisi, Giovanni Antonino che, proprio per il rilascio di questa autorizzazione, è stato arrestato per corruzione” spiega Enrico Favuzzi, presidente Legambiente Puglia. Insieme ad Antonino sono stati arrestati alcuni dirigenti della Brindisi Lng e altri funzionari pubblici, tutti sono stati rinviati a giudizio il 13 ottobre scorso.
“Durante il procedimento pensale è stato appurato che la società ha ottenuto illecitamente dei vantaggi per la costruzione del rigassificatore” continua Favuzzi “per questo quell’autorizzazione deve essere ritirata, perchè viziata da un peccato originale”. Ma le criticità non si fermano a questa, seppur fondamentale, viè anche la localizzazione dell’impianto “troppo vicino alla città e ad altri impianti a rischio di incidente” secondo Favuzzi.
Infine solo a posteriori è stato richiesta la Via (valutazione impatto ambientale). “non sarà esaustiva, nemmeno se positiva” asserisce il presidente di Legambiente Puglia “ e poi secondo la legge Seveso, è necessaria una consultazione popolare sull’impianto”. I rappresentati dei cittadini si sono già pronunciati per il ritiro dell’autorizzazione, infatti sia il consiglio comunale di Brindisi, che quello provinciale, che quello regionale si sono pronunciati, all’unanimità in tutti i casi, contro il progetto della British Gas Italia.
fonte: lanuovaecologia.it
fonte: lanuovaecologia.it
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