lunedì 1 dicembre 2008

Bertolaso sul rischio idrogeologico

Le parole del capo della Protezione Civile alla presentazione del dossier Ecosistema rischio 2008 di. «In Italia il 77% dei comuni è a rischio idrogeologico. Ma la situazione sta migliorando»

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«Vorrei concludere con uno slogan che ho già usato in passato, e che mi ha creato problemi: meno sagre della salsiccia e più prevenzione». Con queste parole Guido Bertolaso ha lasciato la presentazione del rapporto Ecosistema Rischio 2008 alla direzione nazionale di Legambiente . In questo studio realizzato dalla Protezione Civile e Legambiente sono state monitorate le attività di oltre un milione di comuni italiani, classificati ad “alto rischio idrogeologico” dal Ministero dell’ambiente e Upi.
Una vera e propria classifica dell’operato delle amministrazioni comunali la sicurezza del territorio rispetto al pericolo di alluvioni e frane. «La gestione del territorio è un problema atavico per il nostro paese» ha dichiarato nel corso della conferenza Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente «proprio secondo questo studio, ad oggi, per il 77% dei comuni presi in esame vi sono costruzioni nelle zone a rischio e per il 33% in queste zone ci sono veri e propri quartieri».
Ma non vi sono solo cattive notizie. «La Protezione Civile è presente in quasi tutti i comuni» ha aggiunto Cogliati Dezza «e, grazie anche alla collaborazione con le associazioni di volontariato, riesce a garantire un buon controllo del territorio. Purtroppo la protezione civile non può prevenire ma solo curare» questo è certamente il centro della questione. Infatti per quanto gli aiuti portati dopo le calamità, sono necessari e devono essere tempestivi, non risolvono il problema. Questo lo possono fare solo le amministrazioni comunali. «I piani di intervento» ha concluso Cogliati Dezza «devono essere rivisti alla luce dei fenomeni dovuti ai cambiamenti climatici».
«Questa mappatura è completa» commenta Guido Bertolaso, capodipartimento della Protezione Civile «Alla prossima tragedia potete prenderla e controllarvi tutti le statistiche che qui funzionano quasi da monito» continua dunque sulla falsariga di Cogliati Dezza. «Sono necessarie nuove proposte» continua Bertolaso «le attività della Protezione Civile ha stimolato molte risposte politiche. Questo tipo di risposte non riguardano solo i fondi elargiti, gli stessi sindaci si sono interessati che stanno migliorando i propri piani di intervento».
Bertolaso ha ricordato come in questi mesi diversi siano stati i tavoli convocati con le altre forze di protezione civile, vigili del fuoco ed esercito, per prepararsi a emergenze, come quelle del maltempo. Come è importante diffondere una “cultura” della protezione civile, rilancia rivolgendosi ai giornalisti. «Il vostro compito è di rilanciare tutto ciò, con questi sforzi congiunti i cittadini sapranno mettere in atto alcune norme di autoprotezione, come avere le catene a bordo dell’auto o non attraversare ponti con fiumi in piena».
Simone Andreotti, responsabile della mappatura per Legambiente, sottolinea il ritardo nella prevenzione. «Sono presenti diversi buone esperienze in Ecosistema a rischio. Esperienze che confermano quanto ci si sia mossi nella direzione di risolvere il problema. Ma l’urbanizzazione delle aree a rischio è un problema ancora oggi».
Come è un problema il fatto che alcuni interventi di messa in sicurezza di alcune aree siano stati fatti per poter continuare a costruire in quelle aree, come mostrato dal documento. «La parcellizzazione della messa in sicurezza» continua Andreotti «è causa dell’accumulazione di problemi che si scaricano più a valle, non sono risolti». Uno degli interventi meno seguiti dai comuni è quello della delocalizzazione delle costruzioni nelle aree a rischio.
«Lasciare una fabbrica o una casa» ha concluso Andreotti «vicino, se non dentro, l’alveo di un fiume, non è solo un problema per chi vi vive o lavora. Pensate ai problemi ambientali che ne possono nascere, soprattutto con le industrie».
«In tempi di crisi come questi» ha concluso riprendendo la parola Bertolaso «bisogna scegliere alcune priorità di spesa. Ed è per questo che rilancio uno slogan che ho già utilizzato: meno sagre della salsiccia e più prevenzione».

fonte: lanuovaecologia.it

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