Un buon contributo alla salvaguardia del clima, oltre che alla salvaguardia della propria salute, può venire da una spesa non distratta. Invece di imbottire il carrello di cibi sepolti da montagne di cellophane - che servono anche a nascondere le tracce della fatica accumulata nei lunghi viaggi percorsi da ciò che finirà nel nostro stomaco - si possono comprare alimenti freschi che hanno fatto poca strada per arrivare in tavola.
E' la "spesa a chilometri zero". Mangiare a "chilometri zero" - ricorda la Coldiretti, uno degli sponsor dell'iniziativa - significa anche risparmiare e combattere l'inflazione perché i prezzi sono fino a dieci volte più alti se gli alimenti acquistati hanno percorso lunghe distanze: per trasportare a Roma un chilo di pesche dall'Argentina (12 mila chilometri in aereo) si consumano 5,4 chilogrammi di petrolio. Mentre, consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può risparmiare fino a una tonnellata di anidride carbonica l'anno.
Comprando un cibo compriamo anche l'acqua e l'energia che sono state necessarie per produrlo, pulirlo e portarlo fino a noi. E questa consapevolezza si è diffusa al punto che ormai sono comparse le prime etichette in cui, oltre al prezzo del cibo e alle calorie, vengono indicati il luogo di origine e i mezzi di trasporto usati (camion, nave o aereo).
Adesso la parola è a voi. Voi che in questo momento ci leggete potete decidere di programmare, nei prossimi giorni, una spesa che tenga conto di tutto ciò. Potete comprare cibi più freschi, più saporiti, legati al territorio facendo un regalo a voi stessi e all'ambiente. Se siete convinti, è il momento di passare all'azione. Se siete incerti, forse vale la pena di provare almeno una volta.
E ORA PARTECIPATE AL NOSTRO GIOCO
fonte: repubblica.it
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