lunedì 15 settembre 2008

Lehman dichiara il fallimento

Si annuncia come uno dei lunedì più difficili di tutta la sua storia quello che si appresta a vivere oggi Wall Street. La Lehman Brothers ha dichiarato fallimento, chiedendo l'ammissione al "Chapter 11" alla "Us Bankruptcy Court", nel distretto Sud di New York. Il sistema finanziario americano (e di conseguenza quello mondiale) si appresta quindi a fare i conti con le sconvolgenti ripercussioni che l'ennesima vittima eccellente della crisi dei mutui facili inevitabilmente produrrà.

Il destino della Lehman Brothers, la più piccola delle banche d'affari statunitense, è stato segnato dall'abbandono delle trattative per il salvataggio da parte di Barclays e di Bank of America. In mancanza di un appoggio da parte delle autorità tutti i papabili acquirenti si sono tutti tirati indietro rendendo inevitabile la richiesta di bancarotta.

Un precipitare degli eventi che non ha fatto cambiare posizione né al Tesoro Usa né alla Fed, entrambe ferme nella scelta di non mettere in campo questa volta un salvataggio sullo stile Bear Stearns o, tanto meno, sulla scia di quanto deciso per Fannie Mae e Freddie Mac. Prima Bank of America, poi Barclays hanno abbandonato le trattative in quanto, a loro avviso, recuperare la situazione senza un aiuto del governo era impossibile.

Bank Of America, però non si è lasciata spaventare e anzi, nelle ultime ore ha lavorato intensamente per accaparrarsi quella che per gli operatori sarebbe, in caso di collasso di Lehman, il nuovo bersaglio del mercato: Merrill Lynch. L'acquisizione, alla quale mancherebbe solo la firma, dovrebbe avvenire per una cifra che si aggira sui 44 miliardi di dollari, cioè 29 dollari per azione, con un premio del 70% rispetto alla chiusura di Merrill di venerdì.

Le autorità americane si sono limitate piuttosto a mettere in campo a sostegno dei mercati misure di natura tecnica in grado di allentare i timori e ad aumentare la liquidità. La Fed, con l'esplicito appoggio del Tesoro, ha infatti annunciato l'ampliamento della gamma di garanzie accettate per prestiti dalle banche di investimento che, ora, potranno presentare a garanzia anche titoli spazzatura.

Visto il nuovo atteggiamento delle autorità pubbliche, le banche (almeno quelle ancora in grado di farlo) si sono viste costrette a correre ai ripari, realizzando una sorta di fondo anti-fallimento: dieci istituti, non solo americani, hanno dato così vita a un fondo da 70 miliardi con il quale si assicurano liquidità aggiuntiva a sufficienza. Le risorse del fondo possono anche aumentare se altre istituzioni decidessero di aderire all'iniziativa di Bank of America, Citibank, Barclays, Credit Suisse, Ubs, JpMorgan, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Deutsche Bank e Morgan Stanley.

A rendere ancora più esplosiva una situazione già molto difficile, si aggiungono le difficoltà della Aig. Il colosso assicurativo svelerà domani un piano di ristrutturazione ed è alla ricerca di un prestito ponte da 40 miliardi da parte della Fed.

fonte: repubblica.it

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