Il governatore ed ex commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Antonio Bassolino, è convinto che si chiarirà tutto, ma dalle indagini concluse in questi giorni, esce un quadro abbastanza preoccupante della gestione dei fondi del commissariato
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Parcelle d'oro per prestazioni professionali di cui non si hanno traccia, pareri legali richiesti a un legale esterno pur avendo a libro paga un ufficio legislativo composto da cinque avvocati, e un ragioniere pagato 413 euro al giorno pur non essendo iscritto all'albo e dunque nell'impossibilità di esercitare la professione.
Questo il quadro accusatorio che emerge dall'avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato oggi dai carabinieri di Napoli a cinque indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei soldi stanziati per il commissariato rifiuti in Campania.
Si tratta di un filone dell'inchiesta più ampia sulla gestione del commissariato. Nel mirino degli inquirenti parcelle per un ammontare di circa 300.000 euro emesse tra il 2001 e il 2003, periodo in cui il commissario straordinario della struttura creata per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania era l'attuale governatore Antonio Bassolino, anche lui tra i destinatari dell'avviso con i vertici di allora della struttura: il vicecommissario Raffaele Vanoli e il sub commissario Giulio Facchi.
Con loro indagati anche due consulenti, l'avvocato Enrico Soprano e il ragioniere Michele Carta Mantiglia. Peculato in concorso e falso ideologico e materiale, le ipotesi di reato formulate dal pm della procura di Napoli Giancarlo Novelli. Ora gli indagati hanno venti giorni per presentare memorie.
Trascorso questo termine il pm deciderà se avanzare la richiesta di rinvio a giudizio o archiviare. Le indagini degli inquirenti sono incentrate sul ricorso del commissariato rifiuti alle consulenze esterne, soffermandosi in particolare su quella fornita dall'avvocato Enrico Soprano.
Per la Procura ci sarebbero state erronee liquidazioni in favore del professionista al quale - è la tesi - invece di riconoscere un compenso sulla base delle tariffe professionali, come stabilito negli atti di nomina, veniva sistematicamente riconosciuto un onorario di gran lunga superiore a quello previsto dall'applicazione delle tariffe degli avvocati.
Ma c'é anche una consulenza da 413 euro al giorno, assegnata dal commissariato al ragioniere bergamasco Michele Carta Mantiglia tra le circostanze sulle quali la procura vuole fare chiarezza. Secondo l'ipotesi formulata dal pm la tariffa prescelta dal commissariato "é quella espressamente prevista per il caso in cui il ragioniere, per svolgere il proprio mandato, è costretto ad allontanarsi per tutta la giornata dal suo studio".
Una circostanza impossibile, nel caso di Carta Mantiglia, che non essendo iscritto all'albo dei ragionieri, "non svolgeva né poteva svolgere alcuna attività di ragioniere". Bassolino professa fiducia: "Mi è stato notificato un avviso di conclusione indagini per presunto peculato in favore dell'avvocato Soprano per il pagamento di alcune parcelle per 79mila euro emesse in base a una convenzione sottoscritta quando non ero ancora né presidente della Regione, né commissario".
"I due decreti di liquidazione sottoposti alla mia firma - ha aggiunto - sono stati predisposti dagli uffici del commissariato dopo, devo ritenere, il dovuto controllo della regolarità delle prestazioni e delle fatture emesse dallo studio Soprano in conformità al contenuto della convenzione. Penso dunque che tutto possa chiarirsi in tempi rapidi"fonte: lanuovaecologia.it
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