Alla quattordicesima Conferenza sul clima arriva il taxi solare ma il negoziato non decolla. Nel frattempo si fa il confrontro tra la crisi economica e quella climatica
Ha iniziato il suo viaggio nel luglio del 2007 e ha raggiunto la conferenza di Poznan dopo aver percorso oltre 50mila chilometri, attraversato una quarantina di paesi e visitato quattro continenti. È il taxi a energia solare arrivato ieri mattina alle porte della conferenza sui cambiamenti climatici: uno dei tanti esempi delle potenzialità offerte dalle rinnovabili. Alimentato al 100 per cento da pannelli fotovoltaici e messo a punto da 4 università svizzere, il prototipo è all'avanguardia nel campo della mobilità sostenibile.
Ma è anche un esempio lampante della lentezza con cui, qui in Polonia, procedono i negoziati sul clima. Secondo l'ultimo rapporto dell'Unfcc, l'organo delle nazioni Unite sui cambiamenti climatici, di qui al 2030 ci sarà bisogno di almeno 200 miliardi di dollari di finanziamenti nel campo delle energie pulite. Ancora oggi però i fondi destinati alle rinnovabili non sono che una minima percentuale dei sussidi ogni anno garantiti dai governi.
Sempre secondo lo Unfccc ogni anno circa 200 miliardi di dollari vengono destinati al sostegno delle fonti fossili, mentre alle rinnovabili non vanno che 10 miliardi. Una cifra ridicola in confronto a quella giudicata necessaria se si vuole traghettare il Pianeta verso un modello economico sostenibile e a basse emissioni di CO2. Ancora più ridicola se si considerano i fondi necessari a porre rimedio agli impatti dei cambiamenti climatici già in atto.
È quanto ha sottolineato anche la rappresentanza della Bolivia nel suo intervento alla Conferenza di Poznan. “In soli tre mesi – ha dichiarato la portavoce della delegazione andina - le economie ricche hanno versato migliaia di miliardi dollari per porre rimedio alla crisi finanziaria, raggiungendo un ammontare 300 volte superiore a quello destinato alla crisi climatica. Eppure il pianeta - ha concluso – è molto più importante di Wall Street”.
fonte: lanuovaecologia.it
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