Le aziende italiane emettono 8,9 milioni di tonnellate di anidride carbonica in piu' dei limiti stabiliti dal Protocollo di Kyoto: con una produzione di CO2 pari a 220,6 milioni di tonnellate, infatti, le aziende superano il limite fissato dal Piano nazionale di allocazione (211,75 milioni di tonnellate) per quasi 9 milioni di tonnellate, corrispondenti ad un surplus dell'4,21%. E' quanto emerge da una ricerca condotta da Eco-Way, societa' italiana leader nel settore dei cambiamenti climatici, su dati aggiornati a novembre 2009 (margine di errore del 1% circa).
Nel 2008 le emissioni di CO2 sono state le piu' basse dal 2005, anno dell'entrata in vigore del sistema Emission Trading System (Ets) con una riduzione del 2,39%: nel 2005 le emissioni sono state 225 milioni, nel 2006 227 milioni, nel 2007 226 milioni e nel 2008 220 milioni. Il Protocollo di Kyoto prevede che le quote assegnate ogni anno alle aziende vadano riducendosi per poter raggiungere gli obbiettivi internazionali previsti, nel 2005 sono state assegnate all'Italia 216 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2008 sono diventate 211 milioni. Analizzando i settori che comprendono gli oltre 1000 stabilimenti italiani soggetti alla normativa Emission Trading, emerge che quasi tutti i settori registrano una riduzione delle emissioni di CO2 rispetto ai 3 anni passati. Il confronto tra emissioni 2008 e 2007 mostra che quasi tutti i settori registrano una riduzione delle emissioni: ceramica e laterizi -10,32%, calce e cemento -8,64%, carta -5,01%, raffinazione -4,75%, energia -2,37%. Trend inverso invece per il settore del ferro e dell'acciaio che registra un +11,79% e stabile il settore del vetro.
Dall'analisi delle emissioni di CO2 degli impianti compresi nell'ETS rispetto alle quote di permessi di emissione assegnate dal Piano nazionale di allocazione, si nota invece come tutti i settori hanno emesso meno delle quote limite previste: ceramica e laterizi -38,28%, ferro e acciaio -17,46%, calce e cemento -7,60%, carta -7,72%, vetro -3,99%. Eccezione la fanno le aziende del settore energetico e raffinazione (centrali termoelettriche, impianti di combustione e di teleriscaldamento, raffinazione) che rappresentano il 63% del totale degli impianti ed il 72% del totale dell'allocato. Il settore energetico sfora i limiti previsti dal Protocollo di Kyoto per +7,78% per 10 milioni di tonnellate di CO2 e il settore raffinazione supera i limiti per +25,67% per 5 milioni di tonnellate di CO2. "E' evidente, dai dati emersi dalla nostra ricerca - ha dichiarato Guido Busato, presidente di Eco-Way - che c'e' uno scostamento rispetto gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto, pero' il dato del 2008 (+4,21%) mostra un trend positivo rispetto ai risultati del 2007 (+ 11,4%). Tutto cio' ci fan ben sperare in vista del COP15, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Climate Change che si terra' a Copenhagen dal 7 al 18 dicembre. Solo attraverso un dialogo efficace e fattivo tra imprese e governo sara' possibile avvicinarsi agli obiettivi di Kyoto, e sara' fondamentale per il sistema paese, il peso che le nostre istituzioni riusciranno ad avere in ambito europeo per evitare gravi disparita' tra aziende dello stesso settore ma nazionalita' diversa"
fonte: ambiente.it
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giovedì 17 dicembre 2009
AZIENDE ITALIANE SFORANO TETTO CO2
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