Il Vertice dei Popoli sul clima si svolge in un impianto sportivo nel centro di Copenaghen, non lontano dalla Conferenza ufficiale dell'Unfccc, ma l'ambiente è certamente meno formale. E' da qui che sono partiti ieri molti dei manifestanti che appoggiavano il governo delle Tuvalu che chiedeva ai Paesi ricchi di fare di più, di dire come intendono farlo, con che soldi e di farlo subito.
Ieri si è tenuta una manifestazione dedicata agli indios dell'Amazzonia, ai contadini del Malawi, ai monaci tibetani ed agli inuit della Groenlandia che si sono scambiati le loro esperienze su come combattere il global warming che sta già cambiando le loro vite, il tutto in mezzo ad una confusione solidale e ad un "chiasso costruttivo", lontanissimo dai paludati colloqui Onu, nei quali non mancano però colpi bassi.
Il Klimaforum09 é sponsorizzato, con democraticissimo spirito scandinavio, dal governo di centro-destra danese e l'iniziativa è partita da diverse associazioni ambientaliste locali, compresi gli Amici della Terra della Danimarca.
La manifestazione vuole mettere insieme il mondo della cooperazione internazionale e le Ong di tutto il mondo e il vertice alternativo sta lavorando alla definizione di un testo, proprio come i partecipanti "ufficiali" alla Cop 15, ma il documento è intitolato: "A People's Declaration" e, una volta adottato dal vertice alternativo delle Ong, verrà presentato ai leader mondiali che si riuniranno a Copenhagen la prossima settimana.
Oggi al Klimaforum09 è il giorno del "Global Warming Boycott" e Ann Bille Simonsen, una delle organizzatrici del People's Climate Summit spiega che «Durante tutta la giornata, si terranno workshop e colloqui sui temi della deforestazione e sulle specificità di genere nelle questioni ambientali. Un incontro su "Indigenous Perspectives on Forest and Climate Change" che punta a sensibilizzare sulle prospettive degli indigeni delle foreste e cambiamento climatico. Rappresentanti indigeni, con esperienze nelle politiche per le foreste e il cambiamento climatico discutono di temi come, ad esempio, i diritti delle popolazioni indigene, come stabilito nella dichiarazione delle Nazioni Unite. Analogamente, il Global Justice Ecology Project facilita i colloqui "Indigenous people speak out".
Questa conferenza offrirà un'importante occasione culturale, sia per i partecipanti e il pubblico che possono ascoltare senza censure quel che dicono le popolazioni indigene di ogni angolo della terra per quanto riguarda la loro esperienza con i cambiamenti climatici. Proteggere i diritti umani significa anche promuovere i diritti delle persone e della natura. Questo è ciò che farà il "Towards a Peoples Tribunal on Ecological Debt an Climate Justice' con Naomi Klein, che sarà una dei partecipanti, e che sarà incentrato sull'analisi e le testimonianze dai debitori del debito ecologico, la condivisione di strategie e proposte per giungere al riconoscimento ed al pagamento di tale debito, questa attività mira ad approfondire la comprensione del debito ecologico e la sua relazione con clima, diritti umani e della natura.
Un altro tema di giovedì riguarda l'ambientalismo e il femminismo. Nel corso del seminario "Le femministe in lotta contro i cambiamenti climatici e la privatizzazione dell'ambiente", l'accento sarà posto su femminismo e ambientalismo e le sfide dei negoziati sui cambiamenti climatici per le donne. Mentre la seconda parte è riservata per la condivisione delle esperienze e delle lotte delle donne contro gli effetti del cambiamento climatico e la privatizzazione dell'ambiente, e anche all'affermazione di alternative per le donne. Giovedì sera è il momento per un boicottaggio! Il boicottaggio è un "wild one-woman tour and a romance" nello Studio Ovale dove la First Lady degli Stati Uniti, Lyssa Stratton, ha iniziato uno sciopero del sesso fino a quando suo marito, il presidente, non si impegnerà a fermare lo stop al riscaldamento globale ed a salvare il mondo. Il gioco sarà un bel finale culturale della giornata. Infine, la grande Vandana Shiva è purtroppo bloccata in Bhutan, ma è arriverà al Klimaforum Venerdì. Farà una conferenza stampa nella sala conferenze Venerdì alle 11».
Da oggi, inoltre, una delegazione di Sinistra Ecologia e Libertà guidata dall'ex Sottosegretario all'Economia Paolo Cento sarà a Copenhagen per partecipare alla Conferenza sul Clima sul Clima e ai meeting e alle iniziative organizzate dalla società civile per sollecitare un accordo serio e vincolante sul clima.
Paolo Cento a Copenhagen presenterà insieme al Comitato promotore sulla legge di Contabilità e Bilancio Ambientale una proposta di risoluzione europea affinché il bilancio ambientale diventi parte integrante delle leggi finanziarie e di bilancio dei Paesi aderenti all'Unione Europea.
Paolo Cento di Sinistra Ecologia e Libertà ha dichiarato: ☺Siamo molto preoccupati per il ruolo del governo italiano a Copenhagen che rischia di contribuire il mancato raggiungimento di un accordo vincolante e di sanzioni precise per chi non riduce le emissioni di Co2. Contro il rischio che Copenhagen diventi solo una vetrina inconcludente, Sinistra Ecologia e Libertà sostiene la mobilitazione internazionale delle associazioni e dei movimenti della società•.
☺La stessa proposta di un bilancio ambientale europeo è uno degli strumenti per rendere evidenti i costi e i risparmi che una politica di contenimento dei cambiamenti climatici può determinare coniugando questa grande questione ambientale con strumenti operativi per uscire dalla crisi economica• - ha concluso l'esponente di SEL.
fonte: greenreport.it
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