SCONTRO - Una contrapposizione superata con la mediazione del sottosegretario Gianni Letta, anche se comunque il decreto è stato approvato «salvo intesa». Ma la Prestigiacomo è tornata all'attacco, con una lettera a Letta in cui chiede di cambiare alcune disposizioni, altrimenti non firmerà (il dlgs è proposto da Scajola «con il concerto» dei ministri di Ambiente e Infrastrutture). Nel mirino della Prestigiacomo c'è l’articolo 13, e in particolare il comma 7, secondo cui «l'Aia (autorizzazione integrata ambientale) e la Via si svolgono secondo le disposizioni di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni; non possono avere a oggetto questioni già sottoposte a valutazione ambientale strategica (Vas) o alla valutazione dell’Agenzia nell’ambito della localizzazione del sito».
Si stabilisce quindi che dopo la Vas, con cui sono individuate le aree adatte per le centrali, gli operatori devono indicare il sito prescelto e chiedere l’autorizzazione dell’agenzia per la sicurezza nucleare. Incassato questo via libera, le società devono fare domanda per la valutazione d'impatto ambientale (Via), che però - secondo l’articolo 13 - non può rimettere in discussione la Vas. Con la Prestigiacomo che rivendica un ruolo maggiore nel percorso autorizzativo degli impianti, si profilano quindi nuovi ostacoli sulla via del ritorno all’atomo. Già in precedenza il ministero dell’Ambiente aveva presentato alcune decine di richieste di modifica, la maggior parte delle quali sono state accolte. Tuttavia, non si è trovato l'accordo sull'articolo 13, tanto che il decreto è stato approvato «salvo intesa». Che ancora non c’è.
fonte: corriere.it
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