In un comunicato dell'Agenzia ambientale degli Usa si legge che la decisione è arrivata «Attraverso una revisione esaustiva delle evidenze scientifiche e dopo un'attenta considerazione delle osservazioni pubbliche». L'Epa ha pubblicato le sue proposte nell'aprile 2009, poi le ha sottoposte alle osservazioni pubbliche per 60 giorni. Ne sono arrivate 380.000 che sono state analizzate una per una.
L'amministratrice dell'Epa, Lisa P. Jackson, ha spiegato che «Questi risultati, che sono stati rinviati per molto tempo, fissano nella storia il 2009 come l'anno in cui gli Stati Uniti iniziano ad affrontare l'inquinamento delle emissioni di gas serra e colgono l'opportunità di approvare la riforma per la clean-energy. Business leaders, esperti della sicurezza, funzionari governativi, cittadini preoccupati e la Suprema Corte degli Stati Uniti hanno chiesto soluzioni durature e pragmatiche per ridurre l'inquinamento dei gas serra che producono il cambiamento climatico. Questo nostro lavoro continuerà fino alla clean energy reform che ridurrà I gas serra e ridurrà la dipendenza dal petrolio straniero che minaccia la nostra sicurezza nazionale e la nostra economia».
L'Epa sottolinea che i suoi risultati finali «Rispondono alla decisione della Corte Suprema Usa del 2007 con la quale i gas serra rientrano nella definizione di inquinanti atmosferici del Clean Air Act. I risultati da soli non impongono obblighi di riduzione, ma permettono all'Epa di completare gli standard dei gas serra da proporre quest'anno per i nuovi veicoli e per le apparecchiature light-duty in quanto parte del processo di regolamentazione con il Dipartimento dei Trasporti».
Ora l'Epa spiega che «Le emissioni di gas serra provenienti dai veicoli che transitano per le strade contribuiscono alla minaccia. I gas serra sono il "primary driver" del cambiamento climatico, il quale può condurre ad ondate di calore molto forti e molto estese che minacciano la salute di malati, poveri ed anziani; aumenta l'inquinamento da ozono legato all'asma e ad altre malattie respiratorie; così come altre minacce alla salute ed al benessere degli americani»
Le auto ed i camion negli Usa rappresentano oltre il 23% dei gas serra emessi e le misure proposte dovrebbero ridurre le emissioni di 950 milioni di tonnellate di CO2 e far risparmiare 1, 8 miliardi di barili di petrolio durante la durata della vita dei veicoli prodotti tra il 2012 e il 2016.
L'Epa's endangerment finding riguarda le emissioni dei 6 principali gas serra: CO2, metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluororocarburi ed esafloruro di zolfo, che sono stati sottoposti ad intense ricerche ed analisi dagli scienziati Usa e di tutto il mondo.
L'Epa dà un colpo mortale all'ecoscetticismo così ben coltivato dalla passata amministrazione di Gerge W.Bush: «Il consenso scientifico dimostra che come risultato delle attività umane, le concentrazioni di gas serra si trovano ad un livello record ed i dati dimostrano che la terra si è riscaldata durante i passati 100 anni con un aumento più elevato del riscaldamento nei decenni recenti. La evidenzia del cambiamento climatico indotto dall'uomo va oltre gli aumenti medi delle temperature di superficie; questi includono lo scioglimento del ghiaccio artico, i ghiacciai che si sciolgono in tutto il mondo, l'aumento delle temperature degli oceani, l'innalzamento dei livelli del mare, l'acidificazione degli oceani dovuta all'eccesso di biossido di carbonio, il cambiamento del regime delle precipitazioni e il cambiamento degli equilibri degli ecosistemi e della vita selvatica».
La decisione dell'Epa mette ora i parlamentari Usa davanti alla necessità di approvare una legge sul climas e l'Agenzia ricorda che «Il presidente Obama e l'amministratrice Jackson hanno dichiarato pubblicamente il loro appoggio ad una soluzione legislativa per il problema del cambiamento climatico ed agli sforzi del Congresso per approvare una legislazione climatica globale. Ma il cambiamento climatico sta minacciando la salute ed il benessere pubblici ed è essenziale che L'Epa rispetti i suoi obblighi di rispondere alla sentenza della Corte Suprema Usa del 2007».
La decisione dell'Epa mette con le spalle al muro i senatori Usa che stanno traccheggiando ed inciuciando sulla legge sul clima e silura definitivamente la serietà del cosiddetto "Climategate", proprio perché conferma i dati globali partendo da ricerche pubbliche svolte negli Usa negli "insospettabili" tempi di Bush.
Ma un'autorevole difesa degli scienziati britannici è venuta da Copenhagen dal presidente dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) Rajendra Pachauri che ha definito l'hacking di e-mail dai computer dell'East Anglia University «Un atto terribile e illegale. Credo che questo sia un atto illecito. L'unico problema che deve essere affrontato a su questo episodio riguarda lo scoprire chi c'è dietro. Secondo Pachauri l'intercettazione delle e-mail è stato un atto calcolato ed ha respinto ogni richiesta di rivedere il Fourth Assessment Report dell'Ipcc che fa da base scientifica al summit di Copenhagen: «Le persone che hanno lavorato a questo rapporto e coloro che, purtroppo, sono stati vittime di questo atto terribile e illegale, sono due eminenti scienziati, e che hanno contribuito enormemente durante più di più di 20, 21 anni di esistenza dell'Ipcc. Credo che vengono ingiustamente accusati».».
Secondo Pachauri parlare di "Climategate" come fanno i media è fortemente ingannevole: «Si può solo supporre che coloro che hanno compiuto questo atto lo hanno fatto con l'intenzione molto chiara di influenzare il processo di Copenaghen. Ma, salvo qualche voce isolata, le persone qui sono totalmente convinte della solidità dei risultati del rapporto dell'Ipcc».
E' d'accordo anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon: «Nulla di ciò che è uscito pubblicamente, a seguito delle recenti email hackings ha messo in dubbio il messaggio di base scientifica sul cambiamento climatico e che il messaggio è abbastanza chiaro - che il clima sta cambiando molto , molto più veloce e ci siamo resi conto che gli esseri umani sono la causa principale ", afferma Ban Ki-moon, secondo la Reuters.
Per il segretario esecutivo dell'Unfccc, Yvo de Boer il cosiddetto "climategate" è un incidente che ha avuto scarso impatto nei colloqui di Copenaghen: «Non credo che abbia danneggiato la credibilità dell'Ipcc, dato il fatto che si tratta di un processo in cui 2.500 scienziati non fanno ricerca da soli, ma rivedono i lavori che vengono pubblicati peer reviewed. Penso che la scienza prodotta dall'Ipcc sia solida come una roccia».
Dell'incidente ne ha subito approfittato l'Arabia Saudita (e più sotterraneamente i russi), guarda caso proprio il più evidente capofila di quella lobby petrolifera che in molti sospettano di essere la mandante politico-economica del climategate. I sauditi hanno detto che questo rimette in discussione la veridicità di tutti i dati. Ma alle loro obiezioni Pachauri ha risposto seccamente: «Cosa vi aspettavate? Petrolio e politica si mischiano molto bene. Non sono sicuro che scienza e petrolio si mescolino altrettanto bene».
fonte: greenreport.it
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