Quando il 12 maggio scorso il Senato diede il via libera al ritorno del nucleare in Italia, stabilì che sarebbero serviti sei mesi per scegliere i siti in cui installare le centrali. A distanza di sette mesi sarebbero stati individuati. Secondo i Verdi sono Montalto di Castro (Viterbo), già candidata a ospitare una centrale nucleare prima che l'Italia dicesse addio all'energia dell'atomo, Borgo Sabotino (Latina), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli ), Caorso (Piacenza), Oristano, Palma (Agrigento ) e Monfalcone (Gorizia). Ma l'Enel fa sapere di "non aver inviato al governo alcun dossier che indica i siti per la realizzazione delle centrali nucleari in Italia". "I siti - si legge in una nota - saranno individuati solo successivamente alla definizione da parte dell'esecutivo e dell'Agenzia per la sicurezza nucleare dei criteri per la localizzazione".
Il dossier è rigorosamente top secret: chi ne è a conoscenza, come l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, afferma che non ne svelerebbe i contenuti "nemmeno sotto tortura". A oggi, perciò, è difficile avere risposte ufficiali se si chiede dove sorgeranno le centrali. Conti attende le direttive del governo di inizio 2010 e l'avvio dell'Agenzia della sicurezza. La nuova geografia dell'atomo ricalcherà quasi fedelmente la vecchia, con qualche novità che tiene conto delle esigenze dei reattori di allora e di quelli di nuova tecnologia. L'Enel li realizzerà vicino aree costiere o vicino ai grandi fiumi, purché scarsamente popolate e lontane da insediamenti industriali.
Dura la reazione dei Verdi: "Le aree sono idonee secondo l'Enel - ha spiegato il presidente Angelo Bonelli - perché vicine all'acqua, e come è noto le centrali necessitano di un gran quantitativo di acqua per funzionare. Noi Verdi avvieremo il presidio dei siti nucleari per dire no al nucleare e sì al solare. Il governo sta spingendo l'Italia in una pericolosa avventura che porterà alla militarizzazione dei territori e a far aumentare la bolletta elettrica dei cittadini, perché i 20 miliardi di euro per la costruzione delle centrali li pagheranno gli italiani". "Berlusconi in Italia ammazza le energie rinnovabili e finanzia la speculazione del costoso nucleare. Daremo nel paese dura battaglia", ha concluso Bonelli.
Il referendum dell'8 novembre 1987, l'anno dopo della tragedia di Chernobyl, bloccò l'energia atomica. A maggio 2009 l'assemblea di Palazzo Madama con 142 sì e 105 no (sì del Pdl e dell'Udc, no del Pd e dell'Idv) ha approvato gli articoli 14-15 e 16 del disegno di legge "Sviluppo ed energia" che danno al governo la delega per adottare entro sei mesi, e dopo una delibera del Cipe, più decreti per il ripristino dell'intera filiera di produzione dell'energia atomica: tipologia e disciplina per la localizzazione degli impianti, stoccaggio del combustibile, deposito dei rifiuti radioattivi. A febbraio scorso Berlusconi e Sarkozy siglarono un'intesa per la produzione di energia nucleare che coinvolse Edf e Enel. Per la costruzione delle centrali da parte di consorzi sono previste procedure velocizzate: la cosiddetta "autorizzazione unica" che sostituisce ogni tipo di licenza e nulla osta tranne la Via (Valutazione impatto ambientale) e la Vas (Valutazione d'impatto strategica). Sono previste inoltre "misure compensative in favore delle popolazioni interessate".
fonte: repubblica.it
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mercoledì 9 dicembre 2009
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