SCENARIO DA CATASTROFE - La conclusione a cui giunge la ricerca è tutt'altro che tranquillizzante: i cambiamenti climatici, l'aumento della temperatura degli oceani e del livello dell'acqua e della sua acidità, i sempre più frequenti eventi calamitosi come siccità e burrasche, avranno effetti devastanti. E per questo la comunità internazionale deve subito correre ai ripari, intervenendo soprattutto sul riscaldamento del pianeta, sul fronte della lotta all'inquinamento e sul contenimento degli eccessi di pesca. «Nello scenario attuale - spiega il prof. Ove Hoegh-Guldberg, dell'università di Queensland, a capo del team di esperti - la gente vedrà distruggere i tesori biologici del Triangolo dei Coralli. La povertà aumenterà, sparirà la sicurezza del cibo, l'economia soffrirà e i popoli della costa dovranno emigrare sempre più verso aree urbane». Con tutte le conseguenze che gli esodi massicci finiscono con il comportare.
RIDUZIONE DEI GAS SERRA - La ricetta individuata non è nuova: ridurre le emissioni di gas serra con investimenti internazionali che rafforzino l'ambiente naturale della regione. Va detto che le conseguenze catastrofiche annunciate si riferiscono al peggiore dei possibili scenari presi in considerazione dallo studio, ovvero quello di un continuo andamento negativo del quadro climatico e di uno scarso impegno nella protezione delle aree costiere. «Ma anche nello scenario positivo bisognerà affrontare la perdita di una parte delle barriere coralline, l'aumento del livello del mare e delle bufere, la siccità e la ridotta disponibilità di cibo ricavato dal pescato costiero - fa notare il Wwf -. Ma con una differenza sostanziale che consiste nel fatto che le comunità rimarranno ragionevolmente intatte e saranno in grado di affrontare le difficoltà. Una gestione efficace delle risorse costiere, che includa reti regionali di aree marine protete, la protezione delle mangrovie e dei letti dei fiumi e una buona gestione del pescato si tradurranno in un declino più lento di queste risorse».
LA CONFERENZA DI COPENHAGEN - La scadenza individuata per elaborare le strategie di difesa è quella del prossimo dicembre, quando a Copenhagen avrà luogo la Conferenza delle parti della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite. Sarà lì che bisognerà trovare un intesa sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Solo in questo modo, dice l'associazione, sarà possibile proteggere le comunità più vulnerabili anche dalla perdita di cibo e di sostentamento.
fonte: corriere.it
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