LA PRIMA VOLTA - E' la prima volta che il gigante asiatico mette nero su bianco una proposta per contribuire al calo delle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra. «Si tratta di un'azione volontaria presa dal governo cinese sulla base delle sue condizioni nazionali ed è un contributo importante allo sforzo globale nell'affrontare il cambiamento climatico», riferisce l'agenzia ufficiale, citando un comunicato del Consiglio di stato, l'organo esecutivo. In tal modo, alla vigilia di Copenaghen, la Cina, il Paese più inquinante del mondo, ha di fatto raddoppiato lo sforzo di riduzione delle emissioni inquinanti: tra il 2006 e il 2010, Pechino si era infatti impegnato a ridurre l'intensità energetica del 20 per cento.
L'IMPEGNO DI OBAMA - Giovedì intanto, oltre a confermare la sua presenza , il presidente Usa ha fatto un annuncio importante: «Taglio del CO2 del 42% entro 2030». E a Copenaghen presenterà il suo piano: riduzione delle emissioni di gas nocivi del 17% entro il 2020 e del 42% entro il 2030, rispetto al 2005. Secondo fonti della Casa Bianca, gli Usa puntano ad arrivare all'83% in meno di emissioni entro il 2050. Le proposte che il presidente intende portare a Copenaghen il 9 dicembre, ricalcano in sostanza quelle del Camera dei Rappresentanti, che l'estate scorsa aveva approvato un progetto di legge in proposito. Il Senato, che difficilmente si occuperà di clima prima della primavera essendo impegnato con la riforma della sanità, punta dal canto suo a una riduzione del 20% entro il 2020, ma la legge incontra durissime opposizioni e rischia di non passare.
BERLUSCONICI SARA' - Al vertice sarà presente anche Berlusconi. «Ritengo che il presidente del Consiglio sarà presente a Copenaghen - ha detto il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo -. La presenza dei capi di Stato è prevista per il 16 dicembre, questo significa che il negoziato si deve concludere prima di quella data». La ministra si dice «molto fiduciosa perché ci potrà essere un risultato importante anche con un accordo in due tempi». L'Italia, osserva Prestigiacomo, «farà il suo ruolo ma non accetterà un protocollo di Kyoto 2, con alcuni Paesi vincolati legalmente e altri soltanto politicamente».
AL GORE PLAUDE - All'indomani dell'annuncio che gli Usa metteranno sul tavolo dei negoziati una proposta concreta sul taglio delle emissioni di CO2, Al Gore plaude a Obama sostenendo che ha fatto «un passo importante». «Coloro che temevano che gli Stati Uniti avessero abdicato alla loro responsabilità mondiale dovrebbero riporre speranza in queste azioni e lavorare perchè da Copenaghen arrivino un forte accordo operativo e le linee guida perchè si possa completare il prossimo anno un trattato esaustivo». La dichiarazione di Gore, Premio Nobel 2007 per il suo sforzo contro i cambiamenti climatici e vicepresidente Usa tra il 2003 e il 2001, è stata diffuso da un comunicato della Casa Bianca contenente l'apprezzamento a Obama espresso da una serie di congressisti, imprenditori e gruppi ambientalisti.
fonte: corriere.it
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