I DATI - Secondo i dati diffusi dall'Inpe (Istituto nazionale delle ricerche spaziali), nel periodo preso in considerazione l'aerea disboscata è passata da 12.911 a circa 7.008 chilometri quadrati. «È stata una riduzione sostanziale, la minore da quando abbiamo cominciato a fare i rilevamenti», ha precisato il direttore dell'organismo, Gilberto Camara. Pur non avendo ancora preso una decisione precisa in merito, il governo brasiliano si propone di far conoscere i suoi programmi per diminuire la distruzione dell'Amazzonia nel corso dell'imminente Vertice mondiale sul clima a Copenaghen. Secondo dati diffusi ufficiosamente, si punta a ridurre la deforestazione affinchè nel 2020 sia dell'80% rispetto al livello del 2005.
ANCHE LA CRISI AIUTA LA FORESTA - Anche le associazioni ambientaliste come Greenpeace hanno riconosciuto l'importanza dei dati presentati da Lula: «Il governo brasiliano ha fatto bene il suo dovere, in particolare contrastando seriamente l'azione illegale, ma l'attenzione deve restare alta e non bisogna scordare che siamo comunque lontani dall'obiettivo finale: portate la deforestazione a livello zero». La strada è ancora lunga anche perché, come ricordano gli attivisti di Greenpeace in un articolo pubblicato dal Guardian, parte del calo della deforestazione nei mesi indicati è la conseguenza della crisi economica mondiale, che ha drasticamente abbassato la domanda di prodotti come carne bovina legname e soia, all'origine della devastazione della foresta.
fonte: corriere.it
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