SI FA PRESTO a parlare di "sviluppo sostenibile". In realtà si tratta di un concetto complesso che sintetizza otto "macro indicatori" differenti dalla crescita socio-economica all'inclusione sociale, dai trasporti sostenibili alle risorse naturali, dalla capacità di fronteggiare i cambiamenti climatici gestendo con efficacia l'energia alla salute pubblica e ai consumi sostenibili.
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Il Trentino Alto Adige (62 punti) e la Toscana (57 punti) si trovano al vertice di una speciale classifica fra le regioni italiane stilata sulla base dello "sviluppo sostenibile". A sostenere questa tesi e a stilare la hit-parade della sostenibilità è uno studio effettuato da quattro ricercatori dell'Università di Pisa: Matteo Floridi, Simone Pagni, Simone Falorni e Tommaso Luzzati. Un lavoro denso di grafici e tabelle sponsorizzato dalla Fondazione Toscana Sostenibile che sarà presentato a Firenze alla Fortezza da Basso nel corso dei Green Days (25-26-27 novembre) voluti dal presidente della Regione Martini e che Repubblica è in grado di anticipare.
Per capire come mai il Trentino Alto Adige e la Toscana svettino sulle altre regioni dalla Lombardia al Lazio (entrambe con 52 punti) senza dimenticare il Piemonte (53 punti) e l'Emilia Romagna a quota 50 (ma Abruzzo e Valle d'Aosta incalzano a quota 54) bisogna sottolineare che ognuno degli otto "macro indicatori" è costruito sulla base di una serie di indicatori minori, in tutto una sessantina. In fondo alla graduatoria Sardegna (45), Puglia (41) e Sicilia (35).
Ed è proprio su questi ultimi che conviene soffermarci per capire cosa vuol dire sviluppo sostenibile. Anche perché sia il Trentino sia la Toscana sono un po' ovunque nella parte alta della classifica di questi "indicatori minori". Ad esempio il Trentino è in pole position per il basso "Indice di disoccupazione" e per "L'equa distribuzione del reddito" oltre che sul piano della bassa "Disoccupazione giovanile" vantando inoltre il miglior sistema nazionale di "Formazione permanente". La Toscana, invece, è prima assoluta quanto a "Titolari d'impresa con cittadinanza estera" (sono tanti) e risulta una delle migliori per "Occupazione irregolare" (è meno diffusa che altrove).
Spulciando fra i dati scopriamo che la Liguria vince la speciale classifica per le Risorse naturali a causa delle ampie superfici boschive protette e per lo scarso numero di permessi di costruzione accordati. Mentre il Piemonte è leader nel macro indicatore per i "Consumi e produzioni sostenibili" a causa dell'alta incidenza della raccolta differenziata e il grande numero di aziende agricole biologiche.
Indubbiamente i "pesi" attribuiti ai singoli indicatori e i complessi meccanismi statistici che hanno portato alla classifica della sostenibilità delle regioni italiane "implicano un certo grado di soggettività dei risultati" come ammettono gli stessi ricercatori dell'Università Pisa. Tuttavia, precisano, l'impianto dello studio rimane "robusto". E anche modificando "pesi" e parametri i risultati non cambiano in modo significativo.
fonte: repubblica.it
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lunedì 23 novembre 2009
Italia a sviluppo sostenibile Svettano Trentino e Toscana
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