martedì 24 novembre 2009

Un'onda calda nel Pacifico preannuncia il ritorno di El Nino

Un satellite della Nasa ha "ripreso" quelle che possono essere considerate le impronte del ritorno di un nuovo evento di El Nino. Il satellite OSTM/Jason-2 (Ocean Surface Topography Mission) ha rilevato, infatti, una lunga fascia di acque più calde della norma distendersi lungo l'Oceano Pacifico, una specie di lunga onda nota come "onda Kelvin", che si distende quasi per intero da est ad ovest dell'Oceano. La fascia d'acqua in questione, che si estende tra i 100 e i 170 gradi di longitudine ovest, risulta essere anche più alta della quota normale della superficie marina. Tali condizioni sono state rilevate durante i primi 10 giorni di novembre dal satellite della Nasa.

Le aree colorate in rosso e in bianco indicano che il livello del mare è più alto da 10 a 18 cm rispetto alla media. A fare da contraltare, ci sono altre aree del Pacifico dove il livello del mare risulta da 8 a 15 cm inferiore al valore medio. Là dove il mare risulta più alto è segno che le temperature sono più elevate della media, perché l'aumento di temperatura le fa espandere, tant'è che il valore, rilevato nelle ultime settimane, è di circa 2° centigradi superiori alla media. Dove le temperature sono più fredde invece, la quota inferiore del livello marino indica una contrattura della superficie dell'acqua.

El Nino è una condizione particolare dell'Oceano Pacifico che si manifesta naturalmente ad intervalli che possono andare da 2 a 7 anni. Il suo arrivo è temuto dai più, anche se in particolari condizioni e limitate aree viene visto come un fenomeno positivo. Generalmente infatti, apporta piogge violentissime lungo le coste meridionali dell'America meridionale e siccità disastrose in Australia e nell'Asia orientale. E determina una riduzione del pesce marino lungo le coste dell'America meridionale che generalmente sono più pescose quando l'acqua è più fredda e ricca d'ossigeno. El Nino inoltre, proprio perché riscalda una grande area del più vasto oceano del pianeta, ha un'influenza globale sul clima, tant'è che quando arrivò il più intenso episodio di El Nino registrato in tempi storici, tra il 1997 e 1998, si ebbe l'anno più caldo da che si misurano le temperature terrestri, che fu proprio il 1998.

"Quest'anno è benvisto da chi abita nel nord America occidentale, dove il fenomeno dovrebbe apportare neve durante l'inverno e piogge durante la prossima primavera, condizioni che dovrebbero alleviare una lunga siccità che interessa tutta la fascia occidentale degli Stati Uniti", ha spiegato Bill Patzer del Jet Propulsion Laboratory della Nasa in California (Usa). E quali saranno le ricadute sul clima? Se si considerano le condizioni attuali l'evento di El Nino in atto non dovrebbe essere più importante di quello del 1997/98. Tuttavia, non è da escludere che l'inverno che deve arrivare e la successiva primavera possano essere notevolmente più caldi delle medie decennali.

fonte: repubblica.it

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