L’Europarlamento e il Consiglio europeo, due anni prima della data prefissata, metteranno in atto i cambiamenti necessari con la speranza di dare il buon esempio ai Paesi della Comunità, ma questi sono solo alcuni tra i punti chiave dell’accordo raggiunto dai negoziatori incontratisi nella serata di martedì.
Il settore pubblico dovrà dare l’esempio, facendo in modo che le sedi rispettino la normativa effettuando le necessarie modifiche entro la fine del 2018 e promuovendo la trasformazione di edifici esistenti.
Dopo la positiva conclusione dei negoziati informali il relatore Silvia-Adriana Ţicău (S & D, RO) ha sottolineato che l’accordo politico rafforzerà il ruolo guida dell’UE nella lotta contro il cambiamento climatico: “In occasione della Conferenza di Copenaghen, l’Europa potrebbe rappresentare un efficace strumento per rendere effettivi gli ambiziosi obiettivi ambientali. Siamo impegnati ad investire di più e ad utilizzare al meglio gli strumenti finanziari destinati all’efficienza energetica degli edifici e alla diffusione dell’utilizzo delle energie rinnovabili”.
Agli Stati membri sarà chiesto di elaborare piani nazionali che aumentino il numero degli edifici a basso impatto ambientale compilando, entro il 2011, una lista delle modifiche necessarie cercando di incoraggiare i proprietari delle abitazioni o degli edifici ad utilizzare i fondi destinati agli ammodernamenti istallando, come prima cosa, contatori intelligenti ed impianti di riscaldamento a basso consumo, provvedendo anche alla creazione di un sistema di certificazione energetica degli edifici, utile per capire le migliorie da apportare con l’intento di ridurre i consumi totali di energia.
Dal sistema di certificazione saranno però escluse alcune tipologie di edifici:
- abitazioni di dimensioni inferiori ai 50 mq;
- case vacanze utilizzate per meno di 4 mesi all’anno
- edifici religiosi;
- siti industriali;
- edifici storici e protetti;
fonte: rinnovabili.it
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